Si è corsa ieri la maratona di New York con un successo incredibile di partecipanti (47.000) che conferma quanto queste gare/eventi sportivi partecipano a soddisfare quel bisogno di movimento che è dentro ognuno di noi. Tra le donne, successo dell’etiope Dado Firehiwot in 2h23’15″ davanti alla connazionale con passaporto americano Deba Buzunesh e alla keniana Mary Keitany. E’ stata proprio quest’ultima a correre una gara in cui ha dimostrato coraggio e incoscienza, perchè è stata da sola in testa sino dai primi chilometri raggiungendo un vantaggio di più di 2 minuti, ma non ce l’ha fatta a tenere lo stesso ritmo tanto che a tre chilometri dall’arrivo è stata raggiunta dalle due inseguitrici. A questo punto la Keitany ha reagito e non si è fatta superare, anzi, ha preso qualche metro di vantaggio. Purtroppo per lei con questo ulteriore sforzo di orgoglio ha consumato le ultime energie ed è stata superata. Gara coraggiosa per questa ragazza perchè non ha esitato nella fase iniziale a credere in se stessa e per 36 chilometri ha dimostrato di saperlo fare, pur soffrendo è stata in testa rallentando il ritmo e indurendosi nella corsa per poi appena recuperato ritrovare più scioltezza. E’ stata, però anche incosciente perchè è giunta nella fase decisiva della maratona, che sono gli ultimi chilometri, senza le energie fisiche e mentali per gestire questa fase finale e giungere prima al traguardo. Credere in se stessi e volerlo dimostrare è un fattore decisivo per il successo, ma anche per i fuoriclasse la chiave della vittoria nella maratona sta in questi ultimi chilometri. Un maratoneta non fa di certo molte gare durante l’anno, anzi forse due sole maratone in dodici mesi. Pertanto, non si può sprecare un possibile successo per eccesso di ottimismo. La lezione per tutti quale sia il tempo che farai è che devi correre sempre a un ritmo che ti consenta, giunto al 36°km, di continuare con quello stesso passo fino al traguardo.
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