Si parla spesso del Barcellona quale migliore squadra del mondo e dell’abilità dei suoi giocatori nel realizzare il suo gioco attraverso l’applicazione dell’idea base “prendi la palla, passa la palla.” Vi è però anche un’altra squadra che nel 2011 ha infiammato gli animi con il suo approccio al gioco del calcio. E’ la nazionale giapponese di calcio femminile che ha vinto la coppa del mondo di calcio contro ogni previsione, servendosi di un’altra visione: “Quando una si muove, tutte si muovono.” Questo approccio è stato guidato sul campo dalla capitana Homare Sawa, 33 anni, giocatrice di calcio dall’età di 12 anni, in nazionale dalla età di 15 anni. I giornali l’hanno definita la regista suprema. E’ lei che ispira il gioco della squadra in ogni istante della partita con la stessa intensità, compresi i minuti finali quando anche le sue compagne sembrano essere troppo stanche. Sì, perchè la caratteristica di questa squadra è sapere giocare sino alla fine e anche se in svantaggio con la stessa qualità dei primi minuti, ed è proprio questa loro caratteristica che le ha permesso di superare le squadre più famose come la Germania, la Svezia e in finale gli USA. Correre e correre tutte insieme, soprattutto quando le avversarie non ce la fanno più. Non ultimo Homare Sawa è alta 164 centimetri contro i 168 di Messi. Forse anche per questo il New York Times ha identificato il Barcellona e il Giappone femminile come squadre dell’anno.
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