Nessuna delle squadre che inseguono Juventus e Milan lottando per un posto in Europa ha mai vinto più di due partite consecutive nel girone di ritorno e per questa ragione sono distanti 20 punti dalle due capolista. Saranno molte le ragioni di questo andamento e diverse da squadra a squadra. Credo però che vi sia anche un aspetto mentale in questo tipo di percorso. L’essere umano ma anche i gruppi vivono di abitudini, che sono comportamenti tipici che ne caratterizzano la quotidianità. Le squadre sono soggette a queste stesse regole e quindi una volta che s’instaura nella mentalità dei giocatori che il ritmo è due risultati vincenti di seguito, seguiti da sconfitte e pareggi prima di ritornare a vincere una partita si continua in questo modo a meno che non intervenga qualche fattore di discontinuità. Questa spiegazione si basa sulla ripetitività dei comportamenti degli esseri umani, che per agire diversamente hanno bisogno di un ambiente e di leader (gli allenatori) che lavorino sulla necessità di sostituire questo approccio con uno diverso. Quindi nello sport, come nella vita, non esistono solo la mentalità vincente e quella perdente, che rappresentano gli estremi di questo continuum mentale. La maggior parte dei gruppi vive invece una condizione intermedia in cui talvolta prevale un atteggiamento più positivo e determinato mentre con la stessa facilità in altre situazioni emerge un atteggiamento più difensivo e meno propositivo.
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