Nella top ten dei paesi più medagliati alle ultime olimpiadi l’Italia è l’unica nazione che non avrà psicologi dello sport come parte della squadra olimpica, vi sarà invece un folto numero di medici e di fisioterapisti. Personalmente riesco a seguire gli atleti con cui lavoro tramite Skype, sms e WhatsApp. Non è certo il massimo non essere presenti nel momento più importante e decisivo, ma questa è la situazione e fa capire quale sia l’apertura alla psicologia dei nostri dirigenti sportivi. Spero che l’elezione nel 2013 del nuovo presidente del Coni consenta anche un cambiamento di mentalità nei confronti della psicologia e soprattutto delle esigenze degli atleti in questo ambito. D’altra parte cosa ci si dovrebbe aspettare da un Istituto di Scienza dello Sport del Coni che non prevede un settore autonomo di psicologia dello sport, che non ha collaborazioni con l’Università su questi temi e che in tutte le attività della preparazione olimpica non prevede mai la preparazione psicologica come tema d’interesse da trattare con i commissari tecnici delle nazionali e dove nelle attività sulla ricerca del talento i posti sono occupati solo da allenatori e medici e fisiologi?
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