La principale fonte di stress per gli arbitri riguarda le conseguenze delle loro decisioni. Quando il livello di preoccupazione è troppo elevato la loro abilità a restare concentrati sugli aspetti essenziali del gioco diminuisce e così possono commettere errori. In tal modo si riduce la loro abilità a analizzare i movimenti della palla e quelli dei calciatori. Questo è quantopuò essere successo ieri durante Catania-Juventus, quando gli arbitri hanno passato quasi un minuto a parlare tra di loro prima di prendere una decisione. Non è un caso che l’arbitro Gervasoni abbia accettato la decisione dell’arbitro di porta che era un arbitro internazionale, Rizzoli, che per questo suo ruolo deve essere stato considerato come più competente nel decidere.
In sostanza se gli arbitri sbagliano per lo stress generato dalla paura di sbagliare, purtroppo questo atteggiamento non si cambia da una partita all’altra. Non basta la solita sgridata del capo degli arbitri o fare vedere il video degli errori. E’ una questione di mentalità che solo un adeguato programma di preparazione psicologica di questi arbitri potrebbe insegnare, allo scopo di aumentare la convinzione nelle loro scelte. Gli arbitri temono l’amplificazione dei loro errori da parte dei media e delle squadre, perchè determina la svalutazione di loro stessi. Non è un problema che si risolve con la moviola in campo o moltiplicando il numero di arbitri in campo, bisogna migliorare le teste ma credo che questa sia l’ultima cosa di cui parleranno gli arbitri e i loro dirigenti nelle loro riunioni.
sante parole prof Cei. Ma le stesse federazioni sono miopi sotto questo aspetto, o forse ci giocano, nel preparare gli arbitri.