Intervista su Tuttosport:
“E’ un errore pensare che si possa avere lo stesso atteggiamento, quale che sia la competizione. E la pressione agonistica non è determinata solo dagli avversari ma anche dall’ambiente, dal contesto, dalle aspettative. Per la Juventus, ad esempio, è stato più “semplice” affrontare il Chelsea, in un match in cui aveva poco da perdere, che il Nordsjaelland. Se sai di avere a disposizione un solo risultato buono, entri in campo con uno stato d’animo differente”.
“In casi come questi l’assenza dell’allenatore pesa. La presenza di Conte, con il suo approccio da condottiero, sarebbe di grande aiuto. Un aiuto di cui in campionato non c’è più bisogno, non se ne sente la necessità, ma che in Champions può fare la differenza”.
La sindrome da pareggite c’è già. Ora non si può far altro che far leva sull’orgoglio della squadra”.
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