Basta polemiche con gli arbitri. Gli arbitri sono sempre stati il parafulmine su cui scaricare i problemi delle squadre e i loro errori veri o presunti tali e sono utilizzati da presidenti e allenatori per esibire il loro potere. Il calcio è rimasto l’unica situazione professionale in cui il proprietario dell’impresa si comporta come il padrone di una volta secondo la logica per cui “ciò che non va bene a me è sbagliato e per questo ho diritto di protestare, meglio se con forza e in maniera ripetuta, così chi deve comprendere capisce che deve cambiare.” La situazione si complica quando a protestare sono due presidenti, Agnelli e Moratti, che oltretutto se la prendono tra di loro. “Io, io, io” lo dicono i bambini non dovrebbero dirlo gli adulti. “Noi presidenti” dovrebbero dire, “noi presidenti di Serie A pensiamo che gli arbitri sbagliano troppo e vorremmo…” Invece, sottolineare con rabbia le prestazioni arbitrali serve solo a creare stress aggiuntivi a una categoria che svolge un lavoro difficile. La domenica successiva alle polemiche della settimana difficilmente un arbitro andrà sul campo in modo sereno, nonostante sia una persona che ricopre quel ruolo dopo una selezione durissima. Lo stress non logora solo gli arbitri che in modo inconsapevole diventano meno convinti delle loro decisioni ma anche le squadre, che in questo clima sono subito pronte a polemizzare con le scelte del giudice di gara. Inoltre, molti media ne approfittano per aumentare il loro pubblico mentre i presidenti si sentono ulteriormente giustificati a ribadire la loro funzione di giudici depositari della verità infranta dall’arbitro. Bisognerebbe smetterla con questo modo di fare perché penso che nessuno voglia un campionato di questo tipo, in cui si perde di vista il valore sportivo ed è trasformato in una corrida in cui chi più può più urla.
http://www.huffingtonpost.it/../../alberto-cei/basta-polemiche-con-gli-a_b_2165850.html
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