di Simone Battaggia
È ufficiale: Jonny Wilkinson giocherà almeno per un’altra stagione. Almeno fino alla fine del 2014-15 resterà a Tolone, dove a 33 anni sta vivendo una straordinaria chiusura di carriera. Dieci giorni fa è stato decisivo nella vittoria dei rossoneri contro il Leicester nei quarti di Coppa Europa: ha segnato tutti i 21 punti dei francesi (21-15), con 6 su 6 al piede e un drop realizzato all’ultimo minuto.
Dal 18 aprile sarà in vendita anche in Italia un libro breve – ma assolutamente straordinario – che ci permette di conoscere più da vicino il campione inglese. Il titolo è «Rugby Quantistico – Un dialogo tra sport e fisica» (96 pagine, 8 euro) ed è il frutto di un incontro avvenuto nel 2012 in Francia tra Jonny e due fisici teorici di altissimo livello, Étienne Klein e Jean Iliopoulos. Edd editrice ne ha affidato la traduzione al collega di Repubblica Massimo Calandri, che ha scritto anche la postfazione.
La prima notizia è che Jonny Wilkinson è appassionato di fisica quantistica. «Per tutta la vita sono stato ossessionato dall’idea di raggiungere la perfezione e sono rimasto deluso. Finché un giorno mi sono messo alla ricerca di un altro modo per arrivare a un’altra percezione del mondo e del mio lavoro. Prima di tutto mi sono rivolto al buddismo (…). E poco dopo ho scoperto che c’erano legami tra il mio lavoro e la fisica quantistica». In particolare, ad aver affascinato Wilko è il principio di indeterminatezza di Heisenberg. In soldoni, il fisico tedesco diceva che in determinati campi «le leggi naturali non conducono a una completa determinazione di ciò che accade nello spazio e nel tempo; l’accadere è piuttosto rimesso al gioco delcaso». Se anche nella fisica quantistica non tutto è controllabile, deve aver pensato Wilkinson, perché dovrebbe esserlo il rugby? Meglio rilassarsi. «C’è un primo livello che si può gestire: il pallone. Se calcio il pallone una, cento, mille volte, alla fine posso arrivare a riprodurre lo stesso risultato in partita e durante un allenamento. E poco alla volta ho la sensazione di poter controllare tutto. Poi c’è un secondo livello, in cui molte cose sono imperscrutabili, in cui un’altra parte di me è chiamata in causa, la parte che riguarda l’istinto, le emozioni profonde. Ed è lì che posso essere davvero me stesso, connettermi al mondo, e anche imparare qualcosa di nuovo». Così si scopre che, paradossalmente, per Jonny il calcio è la cosa meno interessante del rugby. A un certo punto lo definisce «un lavoro da portalettere».
Man mano che prosegue il libro, emergono altri punti di contatto strabilianti tra le due aree. Come l’importanza della fantasia, dell’inventiva, del lavoro di squadra nella lettura di un’azione di gioco così come nella scoperta di una nuova particella. Fino alla splendida definizione del rugby secondo il principio della termodinamica, dato da Étienne Klein: «L’essenziale della strategia consiste nel portare la temperatura, o la forza, o l’energia cinetica, o la potenza, o molto più semplicemente la massa, a livelli superiori a quelli della parte avversaria. E dunque a creare uno squilibrio tra una parte e l’altra del campo. Questo è il mio modo di vedere il rugby».
Chi non sa niente di quark e neutrini, quindi, non si spaventi. Chi scrive era e resta un’autentica capra in qualsiasi materia scientifica, eppure a fine libro si ha quasi la sensazione di aver capito a cosa serve e come funziona l’acceleratore di particelledel Cern di Ginevra. Straordinario.
mi piacerebbe approfondire la cosa e di molto
Jonathan Peter “Jonny” Wilkinson ( Frimley , 25 maggio 1979 ) è un rugbista a 15 britannico , nazionale inglese , che milita, nel ruolo di mediano d’apertura , nel club francese del Tolone . Vincitore della Coppa del Mondo di rugby 2003 con l’ Inghilterra grazie ai tre punti decisivi da lui segnati con un drop nella finale contro l’ Australia , si è ritirato dall’attività internazionale il 12 dicembre 2011 , dopo 91 incontri e 1 179 punti marcati, cui vanno aggiunte 6 presenze e 67 punti nella selezione dei British Lions per un totale di 1 246 punti in 97 test match che rendono Wilkinson il secondo miglior marcatore internazionale dopo il neozelandese Dan Carter ; in precedenza Wilkinson aveva detenuto il primato dall’ 8 marzo 2008 — allorquando, con 1 099 punti, aveva superato il gallese Neil Jenkins , fino ad allora detentore di tale record — al 27 novembre 2010 , quando fu superato una prima volta a quota 1 188 da Dan Carter e, successivamente, dal 26 febbraio — a quota 1 190 — fino al 31 luglio 2011 , quando Carter si portò a quota 1 204 fissando il nuovo record.