Abbiamo bisogno di una definizione di successo più umana e sostenibile. Stiamo vivendo da molti anni in un società in cui tutti i giorni vediamo gli effetti disastrosi dell’idea che l’unica cosa che conta è vincere. Le grandi truffe finanziarie e la diffusione del doping nello sport sono lì a dimostrare la pervasività di questa mentalità.
Solo in questi giorni abbiamo la confessione di un ex-ciclista, Jan Ulrich, di essersi dopato, l’esplosione di nuovi particolari sul caso del marciatore Schwazer e le proteste di massa in Brasile contro la politica del governo che impiega troppe risorse per i mondiali di calcio e per le olimpiadi.
Sono questioni gigantesche che sovrastano le stesse nazioni ma a cui si dovrà trovare delle risposte altrimenti, non è inverosimile immaginare che fra qualche decennio ci saranno le olimpiadi dei dopati e chi truffa, in qualsiasi campo, non penserà di sbagliare perché si discolperà così come ha fatto Ulrich dicendo: “Penso ci sia una truffa nel momento in cui uno si avvantaggia indebitamente. Ho voluto favorire la pari opportunità”.
I leader da sempre sanno che bisogna parlare il linguaggio delle emozioni, e talvolta l’hanno fatto per suscitare quelle più negative e brutali. Quindi bisogna sapere come supportare le emozioni che suscitano reazioni positive in noi stessi e nelle nostra comunità. Nella direzione di giungere a una nuova definizione di successo – oltre i soldi e il potere – Arianna Huffington ha organizzato per parlare di questo tema Third Metrics Conference.
Una delle idee discusse è stata questa: le persone vogliono impegnarsi in qualcosa con tutto il cuore al fine di trovare un significato (Ryumon Gutierrez Baldoquin). Non è solo un’idea filosofica ma è alla base della motivazione, per cui ognuno di noi vuole migliorare grazie al proprio impegno. Il problema è che l’idea del successo a ogni costo sta distruggendo questo concetto base; è il momento di contrastarla, altrimenti avremo un futuro sempre più dopato.
Non si può vivere una vita con la paura di sbagliare, non c’è motivazione che possa sostenere a lungo questo stile di vita, il risultato è solo un aumento dello stress e del disagio a vivere. Bisogna che impariamo a pensare e a parlare in termini di noi e non di io e loro. Usciamo dalla logica io vinco e tu perdi, se ci serviremo del noi non avrà più senso la logica del vincitore, perché avremo perseguito l’interesse della comunità. Quindi impegniamoci a tradurre in pratica i capisaldi che ci faranno uscire da questa visione di successo nefasta per la nostra comunità, ridefinendolo in termini di: benessere, saggezza, restituzione, empatia e capacità di stupirci.
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