“Ritorniamo ancora alla fondazione dello sport, all’idea dei Giochi e alla sintesi originaria di de Coubertin – un mondo uno, un progresso senza limiti, l’uguaglianza delle opportunità -. Lo sport è più civile del suo tempo, della società in cui nasce. Non è solo più civile dei giochi agonistici popolari, ma anche della vita quotidiana, delle relazioni familiari, delle forme di conflitto di classe, della pratica del diritto, dei rapporti tra i popoli e gli stati. Nello stadio va in scena una società più giusta, più moderna, più democratica, più mobile, più legittima. E’ questa la radice più profonda della vittoria dello sport, il suo fondamento etico”. (Di GianMario Missaglia, Il baro e il guastafeste, Edizioni Seam)
Oggi il doping, violenza e ogni genere di truffe hanno reso meno evidente questa idea di sport, ma è importante che non ce ne dimentichiamo, commettendo l’errore di pensare che non sia più attuale.
Perchè sarà sempre migliore colui che persegue in modo etico il proprio benessere attraverso la competizione di livello assoluto o qualsiasi forma di movimento .
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