Quando gli allenatori si trovano alle prese con atleti adolescenti la loro capacità relazionale viene spesso messa a dura prova. La soluzione più frequentemente adottata è “fare l’amico”. In realtà anche quando le età cambiano e ci si sente quasi in dovere di cambiare livello relazionale, la vera sfida è mantenere il proprio ruolo. L’allenatore-amico non serve, il tecnico deve invece applicare alcune regole, utili anche ai genitori, che gli permetteranno di aprire la comunicazione con l’adolescente:
- Stimolare la partecipazione attiva per facilitare i processi di attenzione e memorizzazione: fare esempi
- Capire i bisogni di chi ascolta. La motivazione all’ascolto è fondamentale. quali messaggi lo catturano di più?
- Ricercare i feedback. Non può esservi comunicazione senza scambio: il feedback è dunque uno step essenziale di questo processo.
- Creare vicinanza: camminare tra loro
- Seguire i loro ritmi. Hanno l’abitudine a confrontarsi con messaggi che hanno le seguenti caratteristiche: velocità, movimento, colori, suoni, interattività. Messaggi che non presentino alcune di queste caratteristiche riducono l’attenzione e la motivazione all’ascolto.
- Usare il loro gergo
- Utilizzare canali diversi (visivo, uditivo, cinestesico)
- Essere concreti evitando l’eccesso di informazioni
Parallelamente esistono degli atteggiamenti che, al contrario, sono in grado di interrompere qualsiasi possibilità di comunicazione con l’adolescente:
- L’eccesso di informazioni
- Dare giudizi e valutazioni negative senza indicare la strada per il cambiamento
- Avere un atteggiamento di superiorità: “sono più grande e so come vanno le cose”
- Mantenere una distanza fisica e psicologica
- Tendere alla manipolazione e al controllo
Comunicare con i giovani è veramente una sfida. Rimaniamo spesso spiazzati di fronte alle loro domande, o ai loro silenzi. Hanno la capacità di smuovere molti vissuti profondi che vanno riconosciuti ed elaborati per poter proseguire al meglio nel proprio ruolo di formatore.
(di Daniela Sepio)
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