Il giudizio nella danza è un complesso processo, conscio ma anche inconsapevole, di valutazione delle seguenti caratteristiche
- Valutazione delle abilità del ballerino (qual è il suo potenziale)
- Valutazione delle capacità motorie e competenze tecniche (cosa ha fatto di questo potenziale)
- Valutazione dell’espressione personale (come lui / lei agisce)
- Valutazione di espressione artistica (possiedono il senso dell’arte, la bellezza e così via)
- Valutazione della compatibilità tra ballerini, la coesione tra i due ballerini (vanno bene insieme)
- Valutazione delle competenze e della preparazione del ballerino nella performance del momento (come esegue ora)
- Valutazione di una performance rispetto ad altre
- Altri fattori imprevedibili
Una stima si basa su una semplice regola psicologica: l’essere umano è in grado di dare una valutazione obiettiva e precisa di un determinato soggetto (performance di danza ). Ci sono molte opinioni sui problemi di oggettività e soggettività di misurazione, valutazione e stima. Siamo tutti molto sicuri che l’obiettività di giudizio è abbastanza difficile da raggiungere. Quanto più il soggetto è generale e indefinito , più difficile è dare una valutazione oggettiva. In tali casi la stima è abbastanza personale. Un processo di giudizio è sempre sotto l’influenza dell’attitudine, disposizione del giudice.
Gli errori si possono ridurre attraverso alcuni passi importanti:
- La formazione dei giudici
- Una definizione precisa dell’oggetto di giudizio
- Non conoscenza dei ballerini (che è quasi impossibile), o almeno evitare giudici che abbiano una forte relazione con qualcuno dei ballerini
- Cancellare stime superiori e inferiori
- Standardizzare le istruzioni sulla valutazione
- Dare istruzioni sulle caratteristiche da giudicare prima dell’inizio della gara
- Controllare le valutazioni dei giudici (correlazione e analisi: confrontando le valutazioni di un giudice con quelle degli altri) e comunicare ai giudici i loro possibili errori
- Fare valutazioni sulla base di una scala oggettiva e non solo sulla base dell’una o l’altra impressione personale
La funzione arbitrale, oltre ad essere delicata per gli innegabili risvolti psicologici coinvolti, è difficile ancor più di quella degli atleti e degli allenatori. Non basta conoscere perfettamente la disciplina, gli aspetti tecnici e le regole, occorre sapere applicare e riconoscere tutto ciò con tempestività e precisione.
Le difficoltà di una prestazione arbitrale sono indubbie e derivano anche dagli aspetti psicologici, di tensione, dalla complessità della gara e dalla posizione in cui viene a trovarsi il Giudice di Gara: il luogo ove si verifica il fatto da valutare oppure la durata del momento valutativo che nella danza sportiva può anche superare le 10 ore consecutive. Tutto ciò può essere affrontato e gestito attraverso un adeguato percorso di allenamento che comprenda anche l’allenamento mentale.
(di Daniela Sepio)
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