Leggo oggi su Repubblica un’intervista alla giovane nazionale di pallavolo Valentina Diouf che alla domanda su quanto è importante la famiglia per uno sportivo risponde:
“E’ fondamentale. Bisogna capire se un figlio ha le caratteristiche per una carriera nello sport, sennò lo rovini”.
Condivido totalmente questa risposta e ritengo che la famiglia non possa sottrarsi a svolgere questa funzione educativa. Purtroppo molti genitori vivono, invece, nella speranza che il loro figlio/a diventi un campione e questo avviene non solo in quegli sport in cui il successo si associa alla ricchezza economica che si potrebbe raggiungere ma in qualsiasi sport che sia il tiro al piattello o la pallavolo. Questi ragazzi vivono in situazioni familiari in cui i genitori realizzano i loro sogni di successo attraverso quello dei figli. Oggi rispetto al passato è possibile ipotizzare una carriera sportiva per un giovane adolescente ma questa deve conciliarsi con l’altro impegno fondamentale, la scuola. Il tennis è uno degli sport in cui è più scandaloso questo approccio al successo, che per il 90% dei tennisti non avverrà. Raramente le famiglie si rendono conto che i loro figli non diventeranno mai tennisti di alto livello, perché è più facile per tutti sperare nel prossimo torneo o cambiare allenatore. E’ frequente che questi ragazzi/e abbiamo avuto un percorso scolastico facilitato, per cui l’idea di continuare gli studi è una scelta molto difficile perché non hanno acquisito le competenze per sapere come studiare e ciò si accompagna spesso alla mancanza di altri interessi oltre il tennis. Per loro spesso l’unica possibilità è diventare insegnanti e in un futuro maestri di tennis. Lavoro bello e interessante ma come farlo, se non si possiede la cultura scientifica e sportiva necessaria. Come insegnare qualcosa in cui si è falliti come giocatori senza avere un percorso personale di sviluppo individuale?
Naturalmente di questi aspetti nessuno se ne occupa, poiché ai Circoli di tennis e alla Federazione interessano solo coloro che giocano mentre gli altri sono un peso da nascondere e da evitare. In tal senso i genitori sono anche soli in questo loro impegno educativo e non è prevista nessuna forma sistematica di sostegno e magari anche di educazione rivolta a loro stessi.
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