Gli stereotipi degli allenatori sui giovani

Per l’ennesima volta, pochi giorni fa durante un corso per allenatori, diversi partecipanti mi hanno chiesto come mai i giovani non sono più disposti a fare sacrifici e a impegnarsi oppure se lo stare continuamente attaccati allo smartphone non gli impedisce di avere altri interessi. Questa domanda è sempre più ricorrente in questi ultimi anni, ormai quasi 10 anni, e questi allenatori non chiedono se la loro impressione sia vera o falsa ma la ritengono giusta e vogliono sapere cosa dovrebbero fare.

La questione non risiede certo nell’uso delle nuove tecnologie, non sono queste a limitare lo sviluppo dei giovani. Lo sono ad esempio:

  • essere parcheggiati davanti al televisore perché così non si disturba
  • essere portati sul passeggino, quando invece è meglio camminare, perché così i genitori non perdono tempo
  • stare a casa piuttosto che ai giardini perché poi si prende freddo.

Questo tipo di educazione a essere passivi e sedentari conduce all’esasperazione nell’uso delle nuove tecnologie a discapito di una vita più attiva. La questione non sta nell’uso degli smartphone ma nel sapere quali sono le attività giornaliere dei giovani. E’ il mondo degli adulti che dovrebbe organizzare la loro vita così da educarli al piacere di essere attivi, sino a quando non avranno raggiunto la maturità per guidarsi da soli.

Ritornando agli allenatori che si lamentano va anche detto che la risposta implicita che di solito si aspettano di ricevere è non solo di conferma a questa loro convinzione ma soprattutto vorrebbero sentirsi dire che l’unica risposta da dare in questi casi è una giusta punizione. Sembra di essere tornati indietro a 30 anni fa quando era comune dare punizione del tipo: 20 piegamenti sulle braccia o quattro giri di campo di corsa. Ma perchè non s’investe di più sulla formazione degli adulti a cui affidiamo i nostri figli? Non dimentichiamoci che la maggior parte delle società sportive esiste solo perchè i genitori le finanziano. E se smettessero di pagarle? Ma non lo faranno mai perché anche per i genitori è comodo parcheggiare i figli in modo che stiano occupati senza preoccuparsi della qualità dei dirigenti e degli allenatori.

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