Andreazzoli, Di Francesco, Semplici e Giampaolo rischiano la panchina a causa dei risultati negativi delle loro squadre: Genoa, Sampdoria, Spal tutte con un punto e il Milan con due punti dopo sei partite.
Certamente le situazioni sono diverse da squadra. Ad esempio Semplici è l’allenatore con più anni nella stessa squadra in Serie A (cinque anni) mentre Giampaolo si trova a gestire la squadra di un club storico e vincente.
Per cui al netto delle differenze societarie e di club e delle abilità dei calciatori, si può comunque fare un ragionamento sulla mentalità di una squadra e del suo allenatore che conoscendo le difficoltà, 1 o 2 punti ottenuti su 18 disponibili, su quali fattori dovrebbe impostare il lavoro settimanale?
Non so quali errori siano stati commessi nella guida di questi team ma vediamo quelli più usuali, quando i leader si trovano a guidare gruppi i cui risultati non corrispondono alle aspettative d’inizio anno.
Timing - “tutto e subito” è nemico del “miglioramento nel tempo” e troppi allenatori e dirigenti “sperano che vada come pensano loro” piuttosto che “costruire una squadra”.
NOI – indispensabile responsabilizzare i calciatori sul concetto “si gioca insieme”, ognuno è responsabile non solo della propria prestazione ma in ugual misura di come favorisce e sostiene quella dei compagni.
Errori – il calcio è uno sport dove si commettono errori ma, “bisogna subito correggersi” senza lamentarsi. “Perdo la palla, recupero subito la palla” e non “perdo la palla, mi lamento/mi fermo e lascio andare l’avversario”.
Competitività – insegnare che non importa quale sia il punteggio e il momento della partita ma bisogna sempre giocare al meglio delle proprie capacità e mai favorire l’avversario con un atteggiamento di squadra depresso.
Spogliatoio – Vanno identificati e sostenuti quei calciatori che nello spogliatoio s’impegnano a mantenere unito e concentrato sulla partita il gruppo quale che si il punteggio (positivo o negativo).
Dialogo di squadra – il dialogo in campo tra i calciatori deve essere sempre costruttivo e teso mantenere un livello emotivo e competitivo efficaci.
Allenatore – In ogni istante della partita e sino al fischio finale, indipendentemente dal risultato, non deve mai smettere di guidare e sostenere i calciatori.
Questi sono a mio avviso i fattori principali che dovrebbero essere sviluppati in ogni squadra. Tutti possono migliorare molto sotto questo punto di vista, non dipendono da nessun talento e non dipendono dal tipo di gioco che si vuole fare.
Rappresentano i presupposti delle prestazioni efficaci. Si possono avere i calciatori migliori o gli schemi più efficaci ma se la squadra è carente anche solo su uno di questi punti non potrà mai esprimersi al suo meglio.
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