I problemi che stanno incontrando Sarri nella gestione di Ronaldo e Ancelotti nei riguardi della squadra e del suo presidente mettono in evidenza quanto sia difficile in questi momenti mantenersi ottimisti, tesi, soddisfatti e determinati piuttosto che pessimisti, insoddisfatti, insicuri e sfiduciati. Ora la questione è la seguente: come mantenere questo atteggiamento positivo in questi momenti di stress, nel perdurare di una situazione di crisi.
Questo stress non deriva tanto dai risultati ma si riferisce allo stress da gestione dei calciatori, da incomprensioni che insorgono durante il percorso di lavoro o dal dover negoziare con i propri giocatori.
Sappiamo che ciò che differenzia un allenatore che le gestisce da un altro che, al contrario, le subisce è nel modo di fronteggiare le situazioni che percepisce come stressanti.
Una domanda a cui rispondere è la seguente: “Come faccio a mostrarmi convinto che ce la faremo a uscire da questa crisi o che le mie scelte sono quelle giuste?” Nel calcio si sa che se quando entri in campo non sei convinto che hai tutto quanto ti serve per riuscire a raggiungere il tuo obiettivo, è quasi sicuro che non lo raggiungerai. E’ come dire ai propri avversari: “Tenete oggi vi regaliamo un po’ della nostra convinzione di vincere, noi preferiamo restare insicuri.” Quindi l’insegnamento è il seguente: accettare la sfida e giocare convinti di farcela sino al fischio finale. Ai giocatori s’insegna a rincorrere anche le palle impossibili da prendere, perché non si deve mai abbandonare l’idea che sia possibile.
Per trasmettere quotidianamente a se stesso questa mentalità, l’allenatore deve essere il primo a dimostrare apertamente un atteggiamento di questo tipo. Qualcuno potrebbe obiettare che non è affatto facile vivere in questa maniera, d’accordo, parafrasando Andy Warhol si può dire che 15 minuti di sconforto non si negano a nessuno ma dopo bisogna cambiare atteggiamento, abbandonare completamente questa condizione e impegnarsi a realizzare le decisioni prese, con convinzione e positività.
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