L’umore è certamente uno degli aspetti psicologici che può bloccare o fare fiorire una prestazione. Nel calcio la questione è più complessa, non è uno sport singolo dove si deve badare solo a se stessi. L’umore negativo può diventare una specie di virus che si diffonde creando insicurezza nel gioco anche in calciatori professionisti. La Juve orfana di Ronaldo sembra smarrire la strada della vittoria e della convinzione, il Napoli forse spinto dalla memoria di Maradona riesce a giocare e vincere un’ottima partita contro la Roma, l’Inter si riprende subito dalla sconfitta in Champions e batte una squadra che sta giocando un ottimo campionato (il Sassuolo), la Lazio dopo una partita convincente in Europa perde anche lei in campionato.
Questi alti e bassi sono attribuibili a varie cause, una sono convinto che sia psicologica e riguarda la gestione dell’umore della squadra e dei singoli giocatori. Essere di buon umore è un’emozione contagiosa che può allontanare fatica e insicurezza e migliorare la collaborazione e la competitività.
Quanto sono di buono umore queste squadre con i loro alti e bassi così repentini? Quanto l’allenatore si interessa di questa dimensione psicologica? Ovviamente non lo sappiamo perchè in Italia i mister non considerano lo psicologo come parte del loro staff.
Dove invece, ad esempio nel Regno Unito, questa dimensione è considerata sono queste le considerazioni su questo tema.
- Comprendere qual è l’umore positivo della squadra
- Sviluppare un insieme di strategie per incoraggiare questo tipo di umore
- Apprezzare che l’allenatore e il suo staff siano modelli per manifestare questo tipo di emozioni
- Equilibrare le richieste di prestazioni ottimali con il bisogni di relazioni efficaci
- Reclutare giocatori con un carattere positivo e stabilità del loro umore così come sono selezionate per il loro talento
- Essere consapevoli dei fattori che riducono l’umore
- Agire rapidamente per sconfiggere le potenzialità negative.
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