La quotidianità dell’allenamento fa emergere che c’è ancora troppa distanza nell’insegnamento degli allenatori fra mente e corpo. Dire “mettici la testa” è indicativo di un approccio secondo cui l’allenatore fornisce le esercitazioni da svolgere e che allenano il corpo mentre la concentrazione piuttosto che la motivazione dipendono dall’atleta.
Perchè nessun allenatore dice mai prima di un esercizio “mettici la coordinazione” o”metti la tecnica”. Gli allenatori sanno che con la ripetizione motoria qualsiasi abilità verrà appresa e quindi si attestano su questo dato. Lo stesso fa l’insegnante a scuola quando spiega una materia e presume che se gli allievi sono stati attenti potranno imparare.
Questo approccio rivela una concezione bio-meccanica dell’apprendimento motorio: ti dico le cose giuste da fare, con la difficoltà adeguata al tuo livello di apprendimento, tu ripeti per le volte necessarie, io ti correggo e alla fine di questo tipo d’interazioni imparerai.
Il problema è che tra lo stimolo dell’allenatore e la risposta dell’atleta vi è la mente; questa entità che per molti allenatori è un concetto poco conosciuto e che spesso viene considerato analogo a quello di volontà. Quindi se hai difficoltà è perchè ti manca qualche capacità mentale oppure “non vuoi”, quindi manca la volontà
Forse ho un po’ esagerato ma non ho altre spiegazioni per descrivere come mai ancora oggi la frase “mettici la testa” continua a essere ancora così spesso utilizzata.
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