Per illustrare quello che sta avvenendo in questi giorni durante il campionato europeo di calcio, in cui l’importanza di fare gruppo viene continuamente proposta, voglio ricordare una storia riportata da Pat Riley, allenatore dei Los Angeles Laker a proposito di Magic Johnson.
“Quando giocava nei Los Angeles Lakers si distingueva non solo perché era un campione, ma anche per la sua dedizione totale al gioco di squadra: passava e difendeva anziché pensare solo a fare canestro. E’ stato lo stesso giocatore a raccontare a Riley come si era affermato in lui questo atteggiamento collaborativo verso la squadra. Quando giocava a livello di lega giovanile il suo allenatore gli aveva detto che lui era il più grande, il miglior giocatore della squadra e che avrebbe dovuto tirare in continuazione. Fece in questo modo, segnava la maggior parte dei canestri della squadra che così vinceva ogni volta. Nonostante queste vittorie gli altri compagni di squadra si sentivano incapaci, erano depressi e nessuno lo ringraziava o si mostrava contento per quello che lui faceva. Decise che quella situazione era per lui insopportabile. Da quel momento il suo comportamento in campo cambiò e mise le sue capacità al servizio della squadra. L’umore della squadra mutò completamente, i compagni furono molto più motivati, incrementarono le loro abilità e continuarono ugualmente a vincere” (da Cei, 1998).
Se dovessi scegliere le parole chiave di questo europeo di calcio direi che sono: entusiasmo, crederci e impegno di tutti.
Leggiamo, infatti, che gli inglesi hanno sbattuto contro lo scoglio danese, e gli stessi inglesi a loro volta cantano “Football is coming home”.
La Spagna con i suoi passaggi che coinvolgono sempre tutta la squadra e Luis Enrique che dice: “Sono felice di quello che ho visto e orgoglioso dei miei ragazzi, in finale tiferò Italia, impossibile non amarla”. L’entusiasmo e la solidità del gruppo italiano è evidente nel gioco, ci sono certamente giocatori di grande qualità ma questa è sempre utilizzata per sviluppare un’idea comune e non l’individualismo di alcuni.
0 Risposte a “Si vince con la regola del Noi”