In questi giorni si parla molto dell’importanza della coesione della nazionale italiana di calcio, sottolineando come questa dimensione del gruppo dai dirigenti al commissario tecnico ai calciatori sia un fattore decisivo di successo.
Ma cosa s’intende in psicologia dello sport per coesione?
Il termine «coesione» deriva dalla parola latina cohaesus che significa coesistere. Viene usato per:
- descrivere la tendenza dei membri dei gruppi a stare insieme e a rimanere uniti
- riflettere la forza del confine fra i membri di un gruppo
- affermare che un gruppo non coeso non può esistere
Queste definizioni ben evidenziano l’attrazione del gruppo sui membri, altre hanno invece posto maggiormente l’accento sul concetto di gruppo. In questo senso, la coesione consiste nel grado di unione del gruppo o nella resistenza del gruppo alla sua distruzione.
Allo scopo di conoscere pienamente che cosa sia la coesione è comunque necessario sapere quali sono gli obiettivi del gruppo. Ogni gruppo ha le sue mete e queste variano in funzione della natura stessa del gruppo che può essere, ad esempio, una classe scolastica, una squadra amatoriale di pallacanestro, un gruppo di consulenza, un gruppo di amici in vacanza, un plotone dell’esercito o una squadra professionistica di calcio. Pur nella diversità degli obiettivi, questi gruppi sono comunque simili in quanto tutti devono mostrare un qualche grado di coesione, infatti gli individui che compongono questi nuclei stanno insieme perché condividono scopi comuni. Chi volesse inserirsi al loro interno dovrebbe per prima cosa essere consapevole di quali sono gli obiettivi che queste persone condividono. Sotto questo punto di vista la coesione rappresenta un processo dinamico che riflette la tendenza di un gruppo a stare insieme e a rimanere unito per raggiungere gli obiettivi stabiliti.
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