Dati scientifici continuano a suggerire che l’attività fisica è una modalità valida per sostenere la salute mentale dei giovani. Mentre si raccomanda che i giovani raggiungano un’ora di attività fisica al giorno, la maggior parte di loro non soddisfa questi standard. Inoltre, le tendenze suggeriscono che il tempo di educazione fisica a scuola continua a diminuire anche nei paesi di lingua inglese o nel caso del nostro paese continua a essere molto ridotto. Alla luce di questa necessità, largamente non rispettata, agli psicologi spetta un ruolo rilevante nel promuovere programmi di attività sportiva insieme alle società sportive del territorio in cui le scuole hanno la loro sede.
Da almeno 10 anni abbiamo dati (e.g., Ahn e Fedewa, 2011) che rilevano risultati che dimostrano la funzione dell’attività fisica, generalmente forti, nel ridurre la depressione, l’ansia, il disagio psicologico, promuovendo invece l’autostima e il concetto di sé. In termini di modalità, l’allenamento a circuito ha determinato gli effetti più significativi. Inoltre, gli interventi con più di 33 ore hanno mostrato una riduzione significativa, seguita da quelli che erano da 20 a 33 ore.
Di conseguenza, è importante che le organizzazioni sportive e gli psicologi si uniscano per promuovere interventi di attività fisica nelle scuole italiane
Come appare evidente i progetti tra scuola e società sportive possono rappresentare un’opportunità, per gli psicologi di guidare questi progetti così da soddisfare non solo un bisogno dei giovani ma anche le loro esigenze professionali tramite un lavoro che pone in relazione chi può fornire programmi di attività e sport con l’istituzione scolastica.
Questo per rispondere a chi, per poca conoscenza, ritiene che l’unico orientamento dello psicologo che vuole lavorare nello sport sia solo nell’ambito della prestazione sportiva. Non è vero, vi sono molte altre opportunità che uno psicologo formato in psicologia dello sport può utilizzare per lavorare nel mondo dello sport.
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