Ci sono delle giornate che mi piacciono, quella di oggi è stata una di queste. Sono stato a Roma a un campo di tiro a volo per lavorare con un ragazzo di 14 anni insieme all’allenatore delle Fiamme Oro, Pierluigi Pescosolido. Pochi sanno che lavoro con il tiro a volo dal 1995, e da quei giorni con atleti italiani e con molte nazionali di altri paesi. La pandemia aveva bloccato il mio impegno con il tiro a volo. E’ bello ritornare a incontrare colleghi, amici. con cui si è lavorato, come nel caso dei coach delle Fiamme Oro, per venti anni. Conosco ogni sospiro che fa un tiratore quando è in pedana ed è certamente lo sport in cui ho ottenuto i riconoscimenti e i risultati più importanti della mia carriera professionale.
La questione è che in Italia non c’è spazio per questo lavoro mentale nel tiro a volo e non caso dal 2008 ho sempre lavorato con nazionali straniere e con alcuni tiratori italiani tra i più forti al mondo, come Giovanni Pellielo e Francesco D’Aniello. D’altra parte, gli allenatori vivono la stessa situazione e i migliori lavorano con nazionali straniere. Manca una cultura sportiva per sviluppare atleti di livello assoluto, è uno sport costoso totalmente sulle spalle delle famiglie e con pochi allenatori in grado di proporre programmi di eccellenza.
Lo sport di livello assoluto richiede investimenti sui professionisti e, perlomeno, il tiro a volo sino a ora non ha imboccato questa strada.
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