L’attività consulenziale svolta dallo psicologo nello sport è stata tradizionalmente orientata alla formulazione e alla realizzazione di programmi di preparazione psicologica per gli atleti di alto livello. Infatti, dagli inizi degli anni ’70 la psicologia dello sport si è diffusa in maniera significativa come ambito conoscitivo in grado di fornire un valido contributo al miglioramento della prestazione sportiva degli atleti delle squadre nazionali. Basti pensare che già per le olimpiadi di Los Angeles del 1984 ben 20 psicologi canadesi lavoravano con atleti e atlete che vi parteciparono e che nel 1988 a Seoul la maggior parte delle rappresentative dei paesi industrializzati comprendeva questa figura professionale all’interno dello staff, ma oltre a queste (Canada, USA, Australia, Giappone, Svezia, Germania e Unione Sovietica), anche nazioni in via di sviluppo, quali l’Algeria, la Nigeria, la Colombia e Cuba utilizzavano psicologi dello sport. Per quanto riguarda l’Italia, è stato solo a partire dalle olimpiadi di Atlanta, che un numero relativamente ampio di psicologi dello sport vi ha partecipato, inseriti negli staff del tiro a volo, tiro a segno, tiro con l’arco, pallanuoto, pallavolo, judo, canottaggio e vela.
Le competenze dello psicologo che lavora nello sport di alto livello sono abbastanza diversificate e, anche se non è qui il caso di elencarle, può essere utile invece descrivere quelli che sono i servizi che dovrebbe essere in grado di fornire:
- Definire le abilità psicologiche tipiche di uno sport, partendo dall’analisi delle sue caratteristiche
- Identificare i punti di forza e le aree di miglioramento dell’atleta o della squadra.
- Condurre riunioni di gruppo allo scopo di migliorare la comunicazione fra gli atleti, fra i membri dello staff e fra questi due g ruppi.
- Sviluppare un percorso di allenamento mentale coerente con gli obiettivi da raggiungere, il tempo a disposizione, i bisogni e le competenze attuali degli atleti, il numero di gare e la lunghezza dei periodi di allenamento, le richieste dell’allenatore.
- Insegnare agli atleti e agli allenatori strategie e tecniche di allenamento mentale, fra cui il goal setting, tecniche di attivazione/disattivazione. tecniche per il miglioramento della concentrazione e altre ancora.
- Fornire strumenti conoscitivi e formativi per migliorare le capacità di lavorare in condizioni di elevato stress competitivo.
- Collaborare con l’allenatore, fornendogli feedback relativi al suo modo di rapportarsi con gli atleti e con lo staff e suggerimenti per modificare eventuali suoi atteggiamenti non funzionali al raggiungimento degli obiettivi fissati. Collaborare con lo staff tecnico, sanitario e dirigenziale.
- Evidenziare eventuali problematiche psicopatologiche (ad es., disturbi alimentari, depressione, comportamenti antisociali), suggerendo all’atleta come superarle con il supporto di uno psicoterapeuta.
- Gestione psicologica degli infortuni.
- Valutazione dei risultati ottenuti al termine della stagione sportiva e rimodulazione del programma per l’anno seguente
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