Il processo della consulenza psicologica non solo nello sport ma in ogni suo ambito sta cambiando profondamente sotto la spinta della 4° rivoluzione industriale determinata dalla diffusione di internet e dei social. Lo sviluppo e l’utilizzo di prodotti intelligenti (smartphone), la facilità di accesso alle informazioni (internet) e il diffondersi dei social networks (Facebook, Twitter, Instagram, Linkedin, TikTok) che mettono gli individui e le organizzazioni in una condizione di condivisione senza sosta di contenuti ha avuto e sta continuando ad avere un impatto molto forte sulle azioni e la mentalità degli individui.
Si sta così realizzando ciò che aveva predetto Steward Brand: “Puoi provare a cambiare la testa alla gente, ma stai solo perdendo tempo. Cambia gli strumenti che hanno in mano e cambierai il mondo”. Quindi, lo sviluppo della digitalizzazione ha determinato l’affermarsi del processo d’interconnessione continua che sta cambiando la quotidianità e il lavoro delle persone, in virtù della condivisione delle informazioni che avviene in modo estremamente veloce. Oggi si ha l’opportunità di lavorare con un maggior numero di atleti poiché Facetime piuttosto che WhatsApp o Skype permettono di collegarsi in modo immediato con qualsiasi zona del mondo.
Attraverso Youtube è possibile scaricare video di atleti che si ritenga utili per svolgere l’attività di consulenza praticamente per quasi ogni tipo di sport. Si possono ricevere video delle gare registrati tramite smartphone e commentarli insieme ai propri atleti o con gli allenatori. Si possono registrare sul cellulare specifici esercizi di rilassamento piuttosto che di attivazione o di concentrazione da fare svolgere agli atleti a distanza. In relazione all’uso di sistemi complessi di valutazione psicologica, Robert Nideffer è stato un innovatore quando all’inizio del nuovo millennio introdusse la possibilità., tramite internet, di poter somministrare il Test di Stile Attentivo e Interpersonale, questionario complesso composto da 144 item e 19 scale, direttamente sul web, di permetterne la correzione immediata e di fornire all’atleta/squadra/allenatore pochi minuti dopo averlo compilato una descrizione dettagliata dei risultati ottenuti messi a confronto con la specifica popolazione di riferimento che si riteneva più adeguata (solo per lo sport sono circa 20 le tipologie diverse).
Inoltre, l’uso dei blog, Twitter e degli altri social networks consente allo psicologo di poter diffondere la cultura e le conoscenze della psicologia dello sport in modo diretto così da svolgere anche una funzione di divulgazione delle idee e delle innovazioni, delle aree d’intervento e delle modalità di svolgimento di questa professione. Inoltre, internet permette di conoscere la formazione e le attività svolte dai consulenti psicologi che si propongono nel mondo dello sport. Alessandro Baricco, nel suo libro “The Game” sostiene che: “da un certo punto in poi (dall’iPhone in poi, se dovessi azzardare una data), nulla ha più avuto serie possibilità di sopravvivenza se non aveva nel suo DNA il patrimonio genetico dei videogame. Posso addirittura spingermi a fermare, per l’utilità di tutti, i tratti genetici di quella specie destinata a sopravvivere:
- un design piacevole capace di generare soddisfazioni immediate;
- una struttura riconducibile allo schema elementare problema/soluzione ripetuto più volte;
- tempi brevi tra qualsiasi problema e la sua soluzione;
- aumento progressivo delle difficoltà di gioco;
- inesistenza e inutilità dell’immobilità;
- apprendimento dato dal gioco e dallo studio di astratte istruzioni per l’uso;
- fruibilità immediata senza preamboli;
- rassicurante esibizione di un punteggio ogni tot passaggi”.
La consulenza in psicologia dovrà riflettere su questi contenuti e assumere alcune di queste caratteristiche se vuole continuare a essere interessante per le nuove generazioni di atleti e allenatori. Già oggi la qualità del lavoro svolto è percepita dagli atleti in funzione del timing che passa tra una difficoltà e la sua soluzione, le abilità psicologiche vengono apprese attraverso la pratica e devono essere immediatamente utilizzabili, le prestazioni (il punteggio nelle parole di Baricco) devono essere incrementate in modo evidente, l’apprendimento deve avvenire non nello studio del professionista ma attraverso situazioni pratiche e tramite strumenti fruibili immediatamente. Lo psicologo dello sport dovrà orientarsi sempre più verso questi indirizzi di lavoro se vorrà trovare un suo radicamento nel mercato delle professioni dello sport.
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