La prevenzione positiva del disagio giovanile

Più di 20 anni fa Martin Seligman, padre della psicologia positiva, scrisse un articolo che è a pieno titolo attuale per il dibattito di questi mesi sul disagio giovanile. Le sue idee sono utili ancora oggi perchè presentano la questione del disagio psicologico al di fuori della dimensione psicopatologica. Ne riporto una breve sintesi, analizzando quella che chiama la prevenzione positiva.

Come possiamo prevenire in modo proattivo problemi come la depressione, l’abuso di sostanze o la schizofrenia nei giovani individui che potrebbero essere geneticamente predisposti o esposti a ambienti che favoriscono questi problemi? Come possiamo scoraggiare atti di violenza tra i giovani a scuola, o fra chi manca di una guida parentale adeguata? Negli ultimi 50 anni abbiamo imparato che il tradizionale modello di malattia non ci avvicina alla prevenzione di queste sfide. In effetti, il progresso più significativo nella prevenzione è emerso in gran parte da un approccio centrato sullo sviluppo sistematico della competenza piuttosto che sulla correzione delle carenze.

Abbiamo constatato che esistono qualità umane innate che fungono da scudi protettivi contro i disturbi mentali: il coraggio, la visione futura, l’ottimismo, l’abilità sociale, la fede, una solida etica del lavoro, la speranza, l’integrità, la determinazione, la capacità di raggiungere uno stato di flusso e acquisire intuizioni, per citarne alcune. Gran parte della missione nella prevenzione per il ventunesimo secolo dovrebbe ruotare attorno all’istituzione di una scienza della resilienza umana, con l’obiettivo di comprendere e promuovere queste virtù nei giovani.

Questa è quindi la prospettiva generale della Psicologia Positiva in merito alla prevenzione. Essa sostiene che esista un insieme di salvaguardie contro i disturbi psicologici: attributi umani positivi.

Dovremmo incoraggiare i professionisti a riconoscere che una parte significativa del loro lavoro efficace in terapia consiste nell’amplificare i punti di forza anziché correggere le debolezze dei loro clienti. Dobbiamo sottolineare che gli psicologi, quando lavorano con famiglie, scuole, comunità religiose e aziende, dovrebbero creare ambienti che nutrano questi punti di forza. Le teorie psicologiche prevalenti oggi sostengono una nuova scienza centrata sulla forza e la resilienza. Invece di vedere gli individui come entità passive che semplicemente “reagiscono” agli stimoli esterni, queste teorie li considerano ora come soggetti che decidono.

La scienza e le pratiche basate sul paradigma della Psicologia Positiva possono non solo prevenire direttamente molti disturbi emotivi significativi, ma anche portare due benefici aggiuntivi: migliorare il benessere fisico, data la crescente comprensione dell’impatto del benessere mentale sul corpo, e riallineare la psicologia in relazione a due sue missioni trascurate: rafforzare e aumentare la produttività delle persone e realizzare il potenziale di coloro con abilità eccezionali.

0 Risposte a “La prevenzione positiva del disagio giovanile”


  • Nessun commento

Contribuisci con la tua opinione