Volere passare tutto il tempo a pensare a quello che farai, non a quello che succederà. Questo funziona. Sono sicuro che funziona.
Troppo spesso gli atleti pensano al risultato che vogliono raggiungere, si dicono “salterò quella misura, farò quel tiro, farò quel punto, farò un goal”. Questi pensieri strutturano il futuro ma non dicono nulla su cosa l’atleta farà.
Lo scopo è concentrarsi su ciò che si vuole fare, che corrisponde a fare ciò che si sa fare. Questo approccio mentale stimola la convinzione, che a sua volta è basata proprio sulle esperienze passate positive. Quindi, l’allenamento nel periodo di gara deve riguardare il ripetere in prevalenza quello che si sa fare, non ci si vuole di certo mettere dei dubbi prima di una gara.
Quanti lavorano in questo modo e quanti invece sino all’ultimo giorno s’impegnano a fare delle correzioni? Come si può avere una forte convinzione nelle proprie competenze se fino all’ultimo si lavora sui difetti?
Si migliora non solo perfezionando le proprie competenze ma anche facendo sempre più spesso quello che si sa fare. E come può avvenire questo, se l’allenamento pone sempre nuove sfide e mai pone l’accento sulla continuità?
Spero di avere fornito alcuni spunti di riflessione.
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