Campi estivi e autismo

Estate è tempo di campi estivi per i ragazzi, anche per quelli dell’Accademia di calcio integrato sta per finire la prima settimana. Abbiamo un bel gruppo di 20 ragazzi, dai 10 ai 20 anni. Un campo estivo ben organizzato e guidato da istruttori e psicologi esperti, supportati anche da un medico e una logopedista rappresenta un’esperienza intensa ed emotivamente impegnativa.

Non solo per il caldo che potrebbe alterare lo stato psicofisico, facendo sperimentare una condizione di fatica che non hanno mai provato. Normalmente i ragazzi giocano a calcio e a basket dalle 8.30 alle 12.15, dopo di che fanno giochi da tavolo sino alla conclusione che è alle 13. In mezzo a questo tempo vi sono numerose soste per bere, riposarsi e mangiare qualcosa. Spesso ci siamo chiesti come è possibile che giovani con autismo che non si allenano mai durante l’anno per più di 2/3 ore la settimana, riescano ad allenarsi per 5 ore al giorno per 5 giorni la settimana.

Questo risultato dice molto di quanto sia sviluppata la resistenza fisica e mentale. Il loro buon umore è la dimostrazione che questo impegno è per loro adeguato. Giocando sport di squadra di contatto come il calcio e il basket potrebbero diventare fallosi, reagire aggressivamente contro gli altri oppure sedersi in panchina per la troppa fatica. Invece, queste situazioni non si presentano, i ragazzi collaborano, è vero che ogni tanto qualcuno si arrabbia per un passaggio sbagliato o per un errore ma sono stati educati a evitare questi comportamenti e a chiedere scusa quelle rare volte che non sono corretti.

Questi ragazzi si allenano con noi tutto l’anno e, quindi, questo è di aiuto nel guidarli in questa nuova esperienza. Nuova in quanto in due settimane si allenano 50 ore, che corrispondono alle ore totali svolte durante l’anno sportivo da ottobre  a giugno.

I ragazzi con autismo non imparano da soli, il team che li guida, lavora con loro tutto l’anno ed è il principale responsabile di questo loro modo di vivere il campo estivo e degli apprendimenti sportivi e psicologici che mostrano sul campo. Conoscerli vuol dire sapere cosa possono fare e quali sono le situazioni per cui potrebbero andare in crisi; questo è in poche parole il ruolo principale svolto dal team. Questo è uno dei segreti per cui ora, al campo estivo, riescono a essere attivi per un tempo così lungo e per loro del tutto nuovo.

Infine, un ragazzo di 20 anni, con noi da 9 anni, sta svolgendo in queste due settimane il tirocinio per diventare assistente istruttore, ruolo che in futuro potrebbe permettergli di trasformare questo suo impegno attuale in un lavoro.

Ora andiamo avanti a organizzare la prossima stagione sportiva, il 10° anno della nostra attività nel campo della disabilità intellettiva.

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