Archivio mensile per luglio, 2024

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Partecipare alle Olimpiadi è un evento straordinario

Partecipare alle Olimpiadi di Parigi rappresenta un traguardo straordinario per qualsiasi atleta, uomo o donna, per una serie di ragioni fondamentali che vanno al di là del semplice contesto sportivo.

1. Riconoscimento Internazionale

Le Olimpiadi sono la vetrina sportiva più prestigiosa al mondo. Partecipare significa ottenere un riconoscimento internazionale che va oltre le barriere nazionali, offrendo agli atleti l’opportunità di dimostrare le loro capacità e di confrontarsi con i migliori del mondo.

2. Valore Storico e Simbolico

Le Olimpiadi non sono solo una competizione sportiva; sono un evento storico e culturale che celebra l’unità e la pace tra le nazioni. Partecipare a un evento di tale importanza conferisce agli atleti un ruolo significativo nel promuovere i valori olimpici di eccellenza, amicizia e rispetto.

3. Motivazione e Crescita Personale

Prepararsi per le Olimpiadi richiede anni di dedizione, disciplina e sacrifici. Partecipare ai Giochi Olimpici è una dimostrazione di resilienza e determinazione, e rappresenta il culmine di una carriera atletica. Questa esperienza offre una crescita personale significativa, aiutando gli atleti a sviluppare una forte etica del lavoro e capacità di superare le avversità.

4. Opportunità di Sponsorizzazione e Carriera

La visibilità ottenuta partecipando alle Olimpiadi può aprire molte porte in termini di sponsorizzazioni e opportunità di carriera post-competitiva. Molti atleti ottengono contratti con marchi prestigiosi e possono intraprendere carriere come allenatori, commentatori sportivi o imprenditori nel settore dello sport.

5. Ispirazione per le Nuove Generazioni

Gli atleti olimpici sono modelli di riferimento per le giovani generazioni. Partecipare alle Olimpiadi permette agli atleti di ispirare i giovani a perseguire i loro sogni, indipendentemente dalle difficoltà. Questo ruolo di ispirazione è fondamentale per lo sviluppo dello sport e per la promozione di uno stile di vita sano e attivo.

6. Esperienza di Vita Unica

Le Olimpiadi offrono un’esperienza di vita unica, dove gli atleti possono vivere un’atmosfera di cameratismo e competizione sana, conoscere persone di culture diverse e fare parte di un evento che trascende i confini dello sport. È un’opportunità irripetibile per vivere momenti indimenticabili e creare ricordi che dureranno tutta la vita.

7. Rappresentare il Proprio Paese

Partecipare alle Olimpiadi significa rappresentare il proprio paese sul palcoscenico mondiale. Questo è un onore immenso e un motivo di grande orgoglio per qualsiasi atleta. La responsabilità di portare i colori della propria nazione e di competere per essa è un’esperienza che rinforza il senso di appartenenza e patriottismo.

In sintesi, partecipare alle Olimpiadi di Parigi è di fondamentale importanza per un atleta perché rappresenta il culmine di anni di duro lavoro, offre un riconoscimento internazionale, e permette di fare parte di un evento che celebra i valori più alti dello sport e dell’umanità.

8. Esperienza di Competizione di Alto Livello

Le Olimpiadi rappresentano il massimo livello di competizione sportiva. Partecipare permette agli atleti di misurarsi con i migliori del mondo, affinare le loro competenze e strategie, e crescere ulteriormente come professionisti. Affrontare avversari di altissimo livello consente di capire i propri punti di forza e le aree di miglioramento.

9. Impatto Psicologico Positivo

Partecipare a un evento come le Olimpiadi può avere un impatto psicologico positivo significativo. Gli atleti possono sviluppare una maggiore autostima e fiducia nelle proprie capacità, affrontando con successo una sfida così grande. Questo rafforza la loro resilienza mentale, rendendoli più preparati ad affrontare future sfide nella vita e nella carriera sportiva.

10. Networking e Collaborazioni

Le Olimpiadi offrono una piattaforma unica per il networking e la costruzione di relazioni professionali e personali. Gli atleti possono incontrare colleghi, allenatori, e professionisti del settore sportivo da tutto il mondo, creando opportunità per collaborazioni future, scambi culturali e progetti comuni che possono arricchire la loro carriera e il loro sviluppo personale.

 

Sei tenace come Girmay e Cavendish?

I due successi ottenuti al Tour de France da Biniam Girmay, primo africano a vincere una tappa nella corsa più importante al mondo e da Mark Cavendish con il record di 35 vittorie nella stessa corsa, parlano non solo delle loro capacità ma soprattutto della loro tenacia.

La tenacia riguarda il desiderio di volere a ogni costo raggiungere un determinato obiettivo e impegnarsi a fare tutto ciò che è possibile per arrivarci. la tenacia esprime un valore assoluto, non mediato, implica correre il massimo del rischio senza sapere se lo si raggiungerà. E’ una mentalità fondata su tutto o niente. Per questo solo poche persone la praticano con costanza, non tutti vogliono affrontare il rischio dell’insuccesso.

In tanti dicono che quando sono in difficoltà non ci riescono a essere costruttivi con se stessi e aspettano che venga il giorno in cui ci riusciranno, senza sapere su quale base ciò dovrebbe accadere: “Non sono Io, è la prova che era troppo grande per me”.

Girmay e Cavendish non hanno di certo ragionato in questo modo, hanno continuato a mettersi in gioco anche se quello che volevano raggiungere non era mai stato realizzato da altri. Nessun africano aveva mai vinto una tappa del Tour de France, nessuno aveva mai superato il record di vittorie di Eddy Merckx. Avrebbero avuto una giustificazione eccellente per rinunciare, giacché nessun ci era mai riuscito.

Seguiamo questi esempi anche noi adulti se vogliamo essere dei modelli positivi per i nostri ragazzi e ragazze.

Pensieri per l’estate

Non possiamo lasciare i giovani da soli a cercare la strada giusta per loro.

Non possiamo lasciarli preda dei tanti che gli parlano

solo per soddisfare interessi personali.

Dobbiamo allenare:

  1. La consapevolezza nella necessità del miglioramento continuativo.
  2. La capacità di accettare gli errori e le sconfitte, vivendoli come le uniche esperienze che permettono di migliorare.
  3. Il piacere d’impegnarsi per raggiungere i loro sogni.
  4. La convinzione che le esperienze emotive provate in allenamento e in gara sono un modo per imparare a gestirsi nei momenti di maggiore intensità e stress della loro vita.
  5. La capacità di gioire e di essere orgogliosi di se stessi.
  6. La capacità di rispettare gli avversari  e i giudici di gara.
  7. La capacità di accettare le difficoltà come una parte essenziale e presente in ogni prestazione anche quando si è veramente ben preparati a gareggiare.

Spalletti: “Non è colpa mia, sono gli altri…”

Bello lavorare dando la colpa degli insuccessi agli altri (i calciatori) o al non avere avuto tempo (giocato poche partite, pochi mesi). Tutto vero ma allora perchè ha accettato questa responsabilità. Mi sembra quelli che dicono che per quello che li pagano non si può pretendere che lavorino anche bene. Se hai scelto devi dare il massimo, avresti potuto rifiutare e tutti avrebbero capito. Invece non, prima accetti e poi ti lamenti.

Chissà cosa pensano i calciatori di un ct che attribuisce solo a loro la colpa di questa disfatta. Ma aldilà di questo, come si ritrova l’unità di squadra quando la colpa sta solo da una parte? Avremmo molte domande ma non avremmo mai le risposte, al momento ci sono state solo accuse, giuste da parte di tifosi e media ma sbagliate se vengono rivolte solo a una parte dal ct, che si auto-esclude da un atteggiamento critico verso se stesso.

E’ stata la rappresentazione di una classica spiegazione delle prestazioni negative: “Non è colpa mia, sono gli altri…”