Ruolo dei genitori nello sviluppo sportivo dei figli

Le famiglie sono spesso prese dal decidere quale sport fare praticare ai loro figli e su questa tema i media in questo periodo spendono parole per dare consigli. Ci si chiede se per un bambino definito timido sia meglio uno sport di squadra o uno sport individuale ma di contatto. Quale sia il migliore per favorire la socializzazione o accrescere la fiducia e così via.

Ci si dimentica che sarebbe meglio fare praticare più sport anziché uno solo o che qualsiasi sport si svolge in gruppo e ogni allievo deve collaborare. Di solito nessuno si occupa di fornire spiegazioni di questo tipo ai genitori, che rimangono prede della rete delle società sportive, monosportive, che le rincorrono.

Capisco anche che una scuola calcio o una società di nuoto o di qualsiasi altro sport debba perseguire i suoi obiettivi che sono quelli di avere il maggior numero possibile di iscritti per fargli fare uno sport specifico. A questo problema dello sport, in Italia, non c’è soluzione e quindi continuerà questo modello.

Tuttavia vi è un compito importante per i genitori e che possono svolgere in completa autonomia. Riguarda il tempo libero che i bambini hanno al di fuori del tempo della scuola e dei due allenamenti sportivi. Cosa fanno in questo tempo libero? Si muovono, giocano con altri, vanno al parco o altro? O stanno a casa da soli e giocano con la playstation e lo smartphone?

Questo tempo è estremamente importante per permettergli di organizzare giochi e attività con i coetanei e imparare a sentirsi autodeterminasti e via-via più autonomi. Direi che questo è un ruolo significativo che la famiglie possono svolgere, anche divertendosi con i figli e svolgere la loro funzione educativa.

 

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