Condivisione è una parola che in ogni gruppo di lavoro dovrebbe essere posta al centro dell’interesse di tutti/e.
Condividere richiede la concordanza degli obiettivi, dei problemi e delle soluzioni e di una sistema di valutazione. Condividere richiede spendere del tempo insieme tecnici, preparatori fisici, medico, fisioterapista e psicologo nel conoscere il lavoro do ognuno e come ognuno potrebbe contribuire al lavoro dell’altro.
Parlando ad esempio d’infortuni il tema è in che modo le diverse professionalità coinvolte (medico, fisioterapista, psicologo) potrebbero collaborare insieme per favorire il recupero dell’atleta? Oppure nell’ambito della preparazione fisica, in che modo determinati allenamenti potrebbero migliorare la tenacia degli atleti se allenatore e psicologo lavorassero insieme su questo obiettivo?
Purtroppo tutto questo avviene nella nostra realtà sportiva molto raramente e succede solo quando gli interessi dei professionisti sono orientati in questo a prescindere dalla organizzazione sportiva per cui lavorano. E’ comune invece che le carenze in un ambito siano attribuite solo al singolo esperto e mai venga messa in discussione la più ampia organizzazione. Spesso viene detto che un’atleta o una squadra perde malamente una gara perchè non ha mostrato personalità e, quindi, si guarda lo psicologo e gli si chiede di fare di più per eliminare questo limite.
In questi ultimi 15 anni all’estero la situazione è invece molto cambiata in molti dei paesi occidentali. Nel Regno Unito ogni nazionale ha uno psicologo che lavora a tempo pieno e in modo esclusivo per un quadriennio con uno specifico programma da svolgere anche in collaborazione con lo staff. In Francia gli psicologi dell’ INSEP, centro di alta preparazione per gli atleti, lavorano anche loro in questo modo e partecipano alle olimpiadi. In Belgio e Olanda da anni esiste la figura di direttore della performance comportamentale o dello sviluppo che svolge questo lavoro a livello manageriale e orienta il lavoro di psicologi della prestazione, psicologi del benessere e psicoterapeuti che lavorano per le squadre. Negli US esiste un sistema simile a quello europeo, molto articolato anche per coprire le problematiche psicopatologiche.
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