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8 mesi alle Olimpiadi di Parigi: il punto sul training psicologico

A 8 mesi dalle olimpiadi di Parigi per gli atleti e le atlete la questione essenziale è gestire lo stress di questa attesa e delle gare che seguiranno. Molti devono ancora qualificarsi e, quindi, la tensione sarà tanta nelle fasi di preparazione e poi di gara. Lo stesso per chi è già qualificato, in ogni caso le gare dei prossimi mesi saranno test importanti sulla via per Parigi.

Il ruolo primario della componente mentale delle prestazioni di questo livello è ormai ampiamente riconosciuto e a pari dignità rispetto alla componente fisica e tecnico-tattica.

Nei prossimi mesi,  la gestione delle fasi di recupero e di quelle di forte attivazione rappresenterà un fattore cruciale. In altre parole si dovrà ottimizzare l’alternanza fra momenti di consumo – spesa – di energia ad alta intensità con le fasi di recupero – ripristino – dell’energia fisica e mentale. Gli atleti e le squadre dovranno perfezionare l’uso di queste due fasi.

Direi che attenzione, gestione degli stress e coesione di squadra (quest’ultima anche per i team degli sport individuali) saranno i temi essenziali da coniugare insieme per fornire le prestazioni attese. Per la esperienza personale con atleti di livello assoluto sono convinto che siano proprio questi tre i temi essenziali su cui lavorare.

  • Attenzione significa sapersi focalizzare sul fare le cose giuste nel momento opportuno.
  • Gestione dello stress che sarà altissimo nelle prestazioni decisive, bisognerà servirsi delle emozioni di quei momenti per incoraggiarsi e restare concentrati.
  • Coesione di gruppo indica che non si affrontano queste sfide da soli, il team è lì per sostenere in modo incondizionato chi gareggia.

Ottenere queste condizioni non sarà facile ma lo scopo dell’allenamento è proprio questo di costruire e ottimizzare queste condizioni. r

 

Domande e risposte per giocare a tennis

Ecco alcune domande che spesso si fanno tennisti e tenniste:

  • Cosa devo fare quando prima d’iniziare un punto per un attimo mi dimentico quello che devo fare?
  • Cosa faccio per toglierli il panico che talvolta mi assale?
  • Cosa fare per non pensare al risultato e stare concentrato solo sul gioco?
  • Quali sono le abilità dei campioni di tennis?
  • Come faccio a sapere che prima d’iniziare sono pronto?
  • Non ho sempre lo stesso ritmo di gioco, rallento o sono troppo impulsivo, che devo fare per essere più costante?
  • Dopo un errore divento troppo nervoso, come posso controllarmi meglio?

Queste domande mettono in evidenza come le difficoltà dei tennisti e tenniste sono specifiche e richiedono che lo psicologo dello sport abbia una conoscenza specifica di questo sport. Come psicologi non dobbiamo fornire risposte globali basate solo sull’idea che bisogna migliorare la fiducia di questi atleti, poiché queste domande sono poste da atleti che si allenano ogni giorno e gareggiano ogni mese ma ciò non elimina di per sé queste difficoltà.

Che ne pensate?

Quando dimentichi momentaneamente cosa fare poco prima di iniziare un punto nel tennis, è importante avere delle strategie per recuperare la tua concentrazione e calma. Ecco alcuni passi che puoi seguire:

  1. Fai un respiro profondo: Fermati per un momento, fai un respiro profondo ed espira lentamente. Questo può aiutare a calmare i nervi e liberare la mente.
  2. Usa una routine pre-punto: Sviluppa una routine pre-punto coerente che includa la visualizzazione della tua strategia, il controllo della presa e il focus sulla respirazione. Questa routine può aiutarti a rimanere concentrato e ridurre le possibilità di dimenticare cosa fare.
  3. Rimani nel presente: Evita di rimuginare sugli errori passati o preoccuparti del futuro. Concentrati sul punto attuale e sui compiti specifici da svolgere.
  4. Auto-dialogo positivo: Ricordati dei tuoi punti di forza e delle tue capacità. Utilizza l’auto-dialogo positivo per aumentare la fiducia in te stesso e rimanere concentrato sul tuo piano di gioco.
  5. Fidati dell’allenamento: Ricorda che hai praticato le tue abilità in modo approfondito. Fidati del tuo allenamento e della memoria muscolare per guidare le tue azioni in campo.
  6. Sii adattabile: Il tennis è uno sport dinamico, e le situazioni possono cambiare rapidamente. Sii pronto a adattare la tua strategia man mano che il punto si sviluppa.
  7. Impara dai tuoi errori: Se dimentichi la tua strategia o commetti un errore, non pensarci troppo. Invece, usa l’esperienza come apprendimento per il punto successivo. Rimani resiliente e mantieni un atteggiamento positivo.
  8. Ascolta l’allenatore: Lavora con un allenatore o uno psicologo dello sport che possa aiutarti a sviluppare strategie mentali e tecniche per migliorare la tua concentrazione in campo.

Ricorda che gli aspetti mentali del gioco sono altrettanto cruciali quanto le abilità fisiche nel tennis. Sviluppare la resilienza mentale e rimanere concentrato sotto pressione può migliorare notevolmente le tue prestazioni.

Superare il maestro

Quando il campione licenzia l’allenatore

Uccidere il padre non è soltanto una tentazione edipica ma, simbolicamente parlando, sta diventando quasi una disciplina olimpica. Jannik Sinner non ha mai vinto tanto come da quando ha cambiato guida tecnica. E il suo dioscuro Matteo Berrettini è solo l’ultimo campione ad avere abbandonato quel padre putativo (a volte, come vedremo, è anche un padre vero e proprio) che è il coach: addio a Vincenzo Santopadre dopo tredici anni pieni di tutto.

Alberto Cei, psicologo dello sport, prova a illustrare la complessità del problema: «A volte si cambia allenatore perché ci si conosce troppo, perché ripetersi stanca o annoia, non è più motivante. Lo diceva pure Trapattoni: dopo cinque anni, gli atleti non ti seguono più. Ma un nuovo tecnico può anche rappresentare uno shock positivo in un periodo di crisi: penso a Jacobs e Berrettini. La novità come stimolo necessario. Infine, non si dimentichi che un campione può aver bisogno di “uccidere il Buddha”, cioè andare oltre il maestro, superarlo grazie ai suoi insegnamenti. Qui si parla di situazioni assolute: con te sono già andato sulla Luna, mi ci hai portato, ora come faremo a tornarci? Tra noi due, cosa potrebbe mai esserci di più?».

Leggi l’articolo completo di Maurizio Crosetti su Repubblica.it

Mental training: la calligrafia cinese

ISSP Master Class

Chinese calligraphy practice as a mental training method:

A science-to-practice approach

L. Zhang and Ms. X. Yue

Molti studi empirici hanno dimostrato che l’allenamento tradizionale delle abilità mentali (ad esempio, esercizi di rilassamento, esercizi di immaginazione, esercizi di simulazione, esercizi di focalizzazione dell’attenzione, esercizi di biofeedback, esercizi di definizione degli obiettivi.

Personalmente sono convinto che la conoscenza di sistemi di allenamento condotti in culture altre da quella occidentale sia importante per non mantenere la nostra mente chiusa rispetto a modi non tradizionali o da noi ben conosciuti. Questa Master Class ci offre questa opportunità. 

La pratica della calligrafia cinese può non solo rafforzare le capacità mentali degli atleti, ma anche migliorarne la spiritualità, ed è un nuovo metodo di allenamento mentale che combina arti e taoismo.

In questa presentazione, Zhang Liwei dell’Università dello Sport di Pechino, che ha lavorato con il Team China in preparazione alle Olimpiadi estive e invernali dal 2000, introdurrà le caratteristiche della pratica della calligrafia cinese e discuterà come può essere utilizzata per aiutare gli atleti a condurre un allenamento mentale attraverso la pratica della calligrafia e a ottenere risultati pratici nelle competizioni internazionali, comprese le Olimpiadi, attraverso tre casi.

Yue Xin, dottoranda presso l’Università dello Sport di Pechino, riferirà su sette studi sperimentali condotti dal team di Zhang, presentando i risultati che dimostrano che la pratica della calligrafia aumenta la stabilità manuale, promuove l’autocontrollo e migliora l’autoefficacia. Alcuni risultati sostengono l’effetto facilitante della pratica della calligrafia, mentre altri non hanno riscontrato l’effetto positivo.

Nel complesso, la pratica della calligrafia cinese è un modo molto promettente di allenamento mentale, grazie alle sue caratteristiche culturali cinesi e al ruolo dell’arte e del taoismo.

 

 

NBA ha presentato il progetto Mind Health Network

NBA ha presentato il progetto Mind Health Network che comprende un team di professionisti della salute mentale e delle prestazioni mentali che lavorano insieme per creare un sistema di supporto. Leggi qui sotto per avere una panoramica dei servizi unici e complementari che questi professionisti forniscono.

Fermatevi e prendetevi un momento.

A volte è tutto ciò di cui si ha bisogno.

Un momento per fermarsi e fare il punto della situazione:

Cosa posso fare oggi per la mia salute mentale?

Cosa posso fare per aiutare a sollevare coloro che mi circondano?

Questa risorsa intende fornire una panoramica dei servizi unici e complementari che possono essere forniti dai professionisti della salute mentale e della performance mentale. Le informazioni qui contenute non sono esaustive, in quanto i singoli professionisti possono essere in grado di fornire servizi aggiuntivi in base alla loro formazione e competenza. Tuttavia, i professionisti di Mind Health possono aggiungere valore e contribuire a migliorare i sistemi sportivi offrendo servizi a livello individuale, di squadra e organizzativo.

Terry Fox, le storie che cambiano la vita

Terry Fox, le storie che cambiano la vita è stato un amante dello sport fin da ragazzo, Terry sognava di diventare insegnante di educazione fisica. Il 12 novembre 1976 subì un incidente stradale riportando un trauma al ginocchio destro. Nel 1977, continuando a manifestare dolore al ginocchio, fece una visita specialistica, e gli fu diagnosticato un osteosarcoma, a causa del quale dovette subire l’amputazione della gamba, sostituita da una protesi.
Terry non si lasciò abbattere e nel 1980, a tre anni dall’amputazione, si cimentò in un’impresa che resterà per sempre nella storia del Canada e del mondo intero. Il 12 aprile 1980 partì dalla costa atlantica del Canada per raggiungere a piedi quella dell’oceano Pacifico, con l’obiettivo di raccogliere un dollaro per ogni cittadino canadese da devolvere alla lotta contro il cancro. Come nella classica maratona, corse ogni giorno per 42 chilometri, attraversando diversi stati come il Québec e l’Ontario.
Terry, tuttavia, non riuscì a completare l’impresa nominata “Maratona della speranza” perché, dopo 143 giorni, il primo settembre 1980, le sue condizioni di salute si aggravarono. Gli furono diagnosticate varie metastasi a entrambi i polmoni, pochi mesi dopo entrò in coma e morì il 28 giugno 1981, esattamente un mese prima di compiere 23 anni.
La “Terry Fox Run” è una corsa di beneficenza che si tiene in suo onore ancora oggi in tutto il mondo e, nel corso degli anni, la Fondazione Terry Fox ha raccolto più di 750 milioni di dollari per la ricerca sul cancro.
«Oggi mi sono alzato alle 4 del mattino. Come al solito, è stata dura. Se dovessi morire in questo momento, morirei felice perché sto facendo quello che amo fare. Quante persone possono dire lo stesso? Sono uscito, ho fatto quindici flessioni in mezzo alla strada e ho iniziato a correre. Voglio dare un esempio che non sarà mai dimenticato» -Terry Fox
(Fonte: @JamesLucasIT )
I'm Not a Quitter. "nobody is ever going to call me a quitter." - Quote from Terry Fox. Terry Fox Run on September 18, 2022

Chiellini: gli atleti dovrebbero studiare

«Lo studio apre la mente e a Los Angeles ho capito quanto possa essere formativo un soggiorno qui, dove studio e sport giocano la stessa partita»(Giorgio Chiellini). Forse queste dichiarazioni di un campione serviranno a iniziare a cambiare la mentalità per cui un atleta non può dedicare tempo allo studio.

Nel nostro paese la situazione è grave poiché vi sono famiglie che non sono consapevoli del danno che determina nei loro figli frequentare istituti scolastici in cui studiano molto poco e la promozione è un risultato certo. E’ altrettanto vero che la scuola pubblica è spesso poco orientata a comprendere le esigenze di questi giovani coinvolti nello sport. Il saldarsi di queste due mentalità, quella della scuola e delle famiglie determina la fortuna economica delle scuole private che offrono a pagamento percorsi facilitati.

La scuola dovrebbe essere anche educazione alla socialità, a vivere insieme ad altri che svolgono vite diverse. Perdere questa opportunità comporta restare socialmente deprivati e con minori capacità di confrontarsi con gli altri sapendo mantenere il proprio punto di vista.

Se i giovani atleti non frequentano scuole che vorrei chiamare qualificate chi gli insegnerà a servirsi dei social e del loro smartphone? Forse i genitori se sono fortunati. Gli allenatori non hanno certo tempo da dedicare a queste situazioni, e poi ne sarebbero capaci o anche loro sono delle vittime di queste tecnologie?

Sempre il calcio ci ha dimostrato cosa può accadere quando questi percorsi saltano. Tuttavia, la questione è molto più ampia e riguarda la capacità di avvertire e sapere condividere un disagio, avere intorno persone che comprendono e sanno indicare dei percorsi di cambiamento.

La scuola e le famiglie dovrebbero quindi essere il centro della formazione dei giovani, mi sembra però che insegnanti e genitori spesso non siano nella condizione di svolgere quetso ruolo. Ma chi li può aiutare?