La scarsa motivazione della Juventus

Nel calcio la competizione sportiva è una situazione in cui la prestazione di una squadra viene confrontata con lo standard previsto per quell’evento. Inoltre, ogni squadra dovrebbe dimostrare sul campo la voglia  di superare le difficoltà tramite la collaborazione fra i giocatori, mentre verso gli avversari dovrebbe essere dominante la competitività. Certamente in una squadra serve il talento di qualcuno ma sicuramente non si vince se manca l’integrazione fra i comportamenti  dei calciatori, se manca la coesione del gruppo. Questi concetti non devono essere pensati come buoni propositi, generali e non specifici, perché sono alla base delle squadre vincenti. Se si applicano questi principi alla condizione attuale della Juventus si evidenzia, in modo immediato, che i comportamenti dei calciatori in campo non corrispondono se non in minima parte a queste semplici regole. Manca il cosiddetto spirito di squadra e un gruppo unito, che sono obiettivi rilevanti per affrontare con efficacia uno stagione agonistica impegnativa e di massimo livello. Non va dimenticato che la motivazione dovrebbe essere una dimensione psicologica sempre presente e indipendente dalla qualità del gioco. Anzi proprio quando vi possono essere incertezze o difficoltà a svolgere il lavoro richiesto dall’allenatore, come è vero per la Juventus in questo inizio di campionato, diventa indispensabile per i singoli calciatori essere presenti sul terreno di gioco con la combattività e la tenacia che viene richiesto a chi è parte di una squadra. E’ mantenendo alta la motivazione al gioco che i singoli calciatori, la squadra e l’allenatore possono ragionare solo sugli aspetti tecnici del gioco e non sui comportamenti sbagliati della squadra che si mostra poco motivata in campo. Nei momenti di crisi serve che il leader, Allegri, trasmetta poche idee che siano chiare, specifiche e percepite dai calciatori come realizzabili sin dalla prossima partita. La squadra deve sapere che serve tempo per migliorare la qualità collettiva del gioco ma che combattività e tenacia sono qualità mentali che dovrebbero essere presenti sino dal prossimo incontro, altrimenti si continua a giocare con l’alibi che se la squadra non ha ancora un gioco o è poco tempo che si gioca insieme questo determina la scarsa convinzione nel seguire le istruzioni dell’allenatore. Inoltre, il nocciolo duro della squadra rappresentato dalla difesa nel suo complesso ha fatto poco per mostrare sul campo questo atteggiamento e per motivare i compagni degli altri reparti, dovrà impegnarsi molto di più. La Juventus ora è una squadra umiliata dalla superficialità con cui ha affrontato questo nuovo campionato. L’errore più grave da parte dei dirigenti è stato di affermare che sarebbe stato un anno di transizione, dando così ai calciatori la percezione che non sarebbe stato così importante mantenere lo standard del passato. Ora hanno scoperto che perdere le partite a causa della propria incapacità di essere squadra e di reagire immediatamente agli errori non piace a nessuno e porta la squadra in un baratro; vedremo se sapranno motivarsi tutti a giocare con l’intensità adeguata a mostrare le capacità della squadra. Il compito di Alllegri non è solo tecnico ma è di aiutare la squadra a cambiare registro emotivo, dovrà spiegare che non vi è nessun alibi per nessuno e che in campo servono combattività e tenacia.

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