Lo sport per tutti in Italia è considerato come l’ora d’aria per i carcerati, per scaricare un po’ delle frustrazioni che ci affliggono. Per cui a scuola non si va oltre le due ore settimanali e l’insegnante di educazione fisica è il meno considerato nei consigli di classe. Per fortuna ci sono i genitori che sono disposti a pagare affinché i loro figli pratichino sport presso una società sportiva. Non parliamo poi degli adulti verso i quali non è mai stata fatta alcuna politica per avvicinarli a un approccio attivo all’attività fisica. E’ uno discorso ormai vecchio e ripetitivo che è ritornato alla ribalta al convegno organizzato dal Coni e Istat sul tema “Lo Sport in Italia – Numeri e Contesto 2014”. E’ emerso che i sedentari sono oltre 24 milioni, pari a quasi il 42% della italiani. Percentuale che è un Everest al Sud, 56,2%, mentre al Nord scende al 31,7% e al Centro al 41%. Per capire la drammaticità di questi dati, basta ricordare che in Europa i paesi con maggiori praticanti sono, secondo l’indagine Eurobarometro sullo sport e l’attività fisica quelli del Nord-Europa: la Svezia dove il 70% delle persone dichiara di fare ginnastica o sport almeno una volta a settimana, superando di poco la Danimarca (68%) e la Finlandia (66%) seguita dai Paesi Bassi (58%) e dal Lussemburgo (54%).
Più di un quarto dei cittadini europei non fa assolutamente alcun tipo di esercizio fisico al di fuori dall’orario di lavoro. In Italia questo dato sale al 43%. Lo rivelano le ultime statistiche Eurostat. Secondo questo dataset il 28% degli europei nel 2017 non ha fatto alcun tipo di moto nel tempo libero.
All’estremità negativa della graduatoria, ci sono il Belgio, la Bulgaria, la Croazia, Cipro, Malta, il Portogallo l’Ungheria e l’Italia. Anche se lo sport, inteso come stile di vita fisicamente attivo, non è parte dell’agenda politica si deve però passare dalla semplice denuncia a proposte concrete. Ne evidenzio qualcuna fra quelle formulate negli USA da 50 associazioni scientifiche, accademiche e professionali:
- Programmi di educazione pubblica per assicurare che vengano compresi i benefici di stile di vita salutari e come utilizzare le opzioni che gli vengono proposte.
- Educazione professionale, in modo che i professionisti della salute considerino l’attività fisica come un segno vitale alla stregua dei livelli pressione del sangue e del colesterolo, così da essere monitorati e tracciati con regolarità.
- Electronic Medical Records che includano i campi dell’attività fisica così da potere facilmente iniziare a registrare l’esercizio fisico come segno vitale.
- Curricula della scuola medica che forniscano a tutti i medici un’adeguata conoscenza di come parlare con i pazienti in relazione a uno stile di vita salutare.
- Incremento delle opportunità offerte alla popolazione di praticare esercizi e attività fisica, con particolare riguardo alle disuguaglianze e altre barriere.
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