Un tema poco indagato riguarda il processo di automiglioramento degli allenatori. Mentre nelle aziende è piuttosto usuale che giovani talenti piuttosto che manager affermati seguano un programma di miglioramento di se stessi i relazione alle loro capacità di leadership, questo valore non viene percepito dagli allenatori.
Anzi nelle aziende questo tipo di lavoro viene percepito dalle persone coinvolte come un benefit che l’azienda fornisce.
Nello sport questo non avviene sia nel caso si tratti di allenatori giovani che per quelli più affermati. E’ proprio una questione di mentalità e credo anche di arretratezza culturale e professionale. La filosofia dominante è: “Va bene così come sono”. A mio avviso la maggioranza degli allenatori non parteciperebbe neanche ai corsi di aggiornamento se non fossero obbligati dalla loro Federazione.
Bisognerebbe chiedere loro: “Cosa fate per migliorarvi quando siete in difficoltà con il vostro gruppo di lavoro?”. Molti a mio avviso ritengono che la competenza tecnica che hanno acquisito sia sufficiente per allenare bene o che i problemi sorgono con i giovani perchè sono loro a non essere motivati e attenti al lavoro che gli viene proposto.
Non ho visto in questi anni un miglioramento di mentalità degli allenatori, anzi la massiccia professionalizzazione tecnica a cui sono stati sottoposti è servita a nascondere questo problema, complice anche il disinteresse delle società sportive e delle federazioni verso questa tematica.
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