Chi gioca a calcio nel ruolo di portiere, rispetto agli altri calciatori, presenta differenze fondamentali nel modo in cui percepisce il mondo ed elabora le informazioni multisensoriali.
Per lo studio, il team di Quinn ha arruolato 60 volontari, tra cui portieri, calciatori di movimento e persone e coetanei che non giocano a calcio. I ricercatori si sono focalizzati sulle eventuali differenze presenti nella cosiddetta ‘temporal binding window’, ovvero la finestra temporale all’interno della quale i segnali provenienti dai diversi sensi possono essere percettivamente fusi o integrati.
Ai partecipanti sono state presentate una o due immagini, come stimolo visivo, su uno schermo. Le immagini potevano essere accompagnate da uno, due o da nessun segnale acustico. I ricercatori hanno misurato, così, l’ampiezza della temporal binding window; una finestra più stretta indicava un’elaborazione multisensoriale più efficiente.
Dall’analisi è emerso che i portieri mostravano una finestra temporale più stretta rispetto ai giocatori di movimento e ai non calciatori. Inoltre gli estremi difensori tendevano maggiormente a separare gli stimoli sensoriali.
A differenza dei calciatori che giocano in altri ruoli, i portieri devono prendere decisioni molto rapide, basate su informazioni sensoriali limitate o incomplete. Questo studio dimostra che i portieri hanno una maggiore capacità di combinare le informazioni provenienti da stimoli sensoriali diversi”.
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