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ISSP Master Class: Paul Wylleman

 Championing Wellbeing: The New and Crucial Role of Sport Psychologists

as Welfare and Safeguard Officers at the Olympic Games 

DATE: Thursday, June 18th, 2024

Speakers: Prof. Paul Wylleman

Length of Session: 90 minutes (60-minute lecture, 30-minute Q&A)

Language: English (Translated live captioning available)

Time: 12:00 UTC (New York 8:00, Belo Horizonte, 9:00, Beijing 20:00, Seoul 21:00, Sydney 22:00)

Recordings: Available for 60 days after the lecture

 

Program Overview 

Over the past decade, the role of sport psychology has gained significance in the world of elite sport in general, and at the Olympic level in particular. During this presentation, Prof. Wylleman will provide insight into how athletes’ well-being became a clear point of focus and action for the International Olympic Committee (IOC), National Olympic Committees (NOC), and national elite sport organizations and how this impacted the role of sport psychologists during the Olympic Games. Reflecting on his role as the head psychologist of the Olympic Committee of the Netherlands and as the team psychologist for TeamNL at the 2016 Rio and the 2020 Tokyo Olympic Games, Prof. Wylleman will illustrate how, from a psychological perspective, specific initiatives and actions were taken to support the well-being in general, and in particular the mental health of athletes, coaches and support staff. Contextualized in the role and competence of sport and clinical sport psychologist, Prof. Wylleman will offer an insight into the role, competence and implementation of the accredited position of the ‘NOC Welfare Officer’ and of the Safeguarding Officer in Olympic delegations. After its introduction at the 2022 Being Olympic Games, both functions will now be explicitly present at the 2024 Paris Olympic Games. As sport psychologists are now being asked to take on the role of NOC Welfare Officer and/or Safeguarding Officer in their own national Olympic team, Prof. Wylleman will focus on the requirements, tasks and roles of both positions, as well as on the possible challenges faced by psychologists when taking on these roles. While illustrating Team Belgium’s approach in view of the forthcoming 2024 Paris Olympic Games, Prof. Wylleman will describe his role as team psychologist and NOC Welfare Officer, the strategies implemented to meet the role requirements and the potential challenges associated with the roles. In conclusion, Prof. Wylleman will formulate recommendations on how sport psychologists may optimize their functioning as NOC Welfare Officers or Safeguarding Officers, or on how they could effectively collaborate with one or both during the 2024 Paris Olympic Games. Furthermore, looking forward to the 2026 Milano-Cortina and 2028 Los Angeles Olympic Games, some reflections will be shared on how the emphasis on welfare and safeguarding at the Olympic level may impact the field of sport psychology in general and the development and functioning of sport psychologists in particular.

About the Speakers 

Paul Wylleman, Ph.D. Psychology, is a Licensed Clinical Psychologist and full professor of Sport Psychology at the Vrije Universiteit Brussel. His teaching, research, and publications focus on a holistic and lifespan perspective on career development, psychological competencies, mental health and well-being, and interdisciplinary support provision in elite and Olympic sport. Prof. Wylleman heads the university’s dual career department Topsport and Study, the research group Sport Psychology and Mental Support as well as the Brussels Olympic Research and Education Centre (BOREC). Prof. Wylleman is past-President of the European Federation of Sport Psychology (FEPSAC; 2007-2015), the 2017 Distinguished International Scholar of the Applied Association of Sport Psychology (AASP, USA) and Visiting Professor at Loughborough University (UK). From 2014 to 2022, Prof. Wylleman was head psychologist of the Olympic Committee of the Netherlands (NOC*NSF) as well as team psychologist for TeamNL at the 2016 Rio and 2020 Tokyo Olympic Games. Prof. Wylleman is now expert Psychology with the Belgian Interfederal and Olympic Committee (BOIC) and is team psychologist and Welfare Officer with Team Belgium at the 2024 Paris Olympic Games. Prof. Wylleman advises national Olympic Committees and national elite sport organizations on the role and functioning of psychologists and psychology-support provision in elite sport and at the Olympic Games.

Jannik Sinner: cosa vuol dire essere il n.1

A partire dal 1973 Jannik Sinner è il 29° giocatore di tennis che sale al vertice della classifica mondiale. In 50 anni, prima di lui solo 28 tennisti hanno raggiunto questo traguardo.

Quindi, non solo è attualmente il migliore ma appartiene a un ristretto club di giocatori che sono riusciti in questa impresa. Il suo idolo è Roger Federer ma ha studiato Valentino Rossi e Alberto Tomba per conoscere e capire come si raggiungono questi risultati di livello assoluto. E’ come scalare l’Everest senza ossigeno, solo pochissimi sono capaci di resistere alle difficoltà di questa impresa, trasformando i dubbi e le paure che vengono alla mente in oggetto del loro miglioramento e non incubi da cui scappare.

Sinner si mostra felice e molti si chiedono come faccia a essere sempre così concentrato sull’imparare e migliorare. Come se questo atteggiamento fosse esagerato. Per spiegare questo approccio ci viene incontro la psicologia positiva, secondo cui uno degli aspetti con cui si manifesta il benessere personale riguarda il sapere condurre una vita impegnata. Riguarda il benessere che deriva dal coinvolgimento in attività gratificanti e dalla realizzazione del potenziale personale. Ciò comporta il vivere le esperienze totalmente centrati sul presente, a focus su ciò che interessa e piace fare. Pensare al futuro immediato non genera una tensione negativa poiché accetta la paura di non riuscirci. E’ stato infortunato e ha saputo rinunciare agli Internazionali di Roma per curarsi, voleva andare almeno in finale al Roland Garros ma non c’è riuscito, il suo segreto è pensare una cosa alla volta, sognare in grande come vincere le Olimpiadi ma pensare in piccolo, il prossimo torneo a Halle: “Io ho sempre pensato una cosa alla volta: volevo il primo punto per entrare nella classifica Atp, poi mi immaginavo di entrare nei primi cento e così via. Mi sono sempre dato un piccolo obiettivo, per fare un passo avanti. E questa è stata la chiave, secondo me, di dove siamo oggi”.

Molti tennisti, invece, si fanno dominare da un altro concetto, positivo per occupare il tempo libero ma che ostacola la riuscita nella vita sportiva. E’ l’idea di volere condurre una vita piacevole, dominata dal vivere emozioni positive e sensazioni piacevoli. E’ l’eterna lotta tra il benessere momentaneo dovuto al raggiungimento di risultati immediati e il benessere ottenuto con il perseguimento di un obiettivo che va oltre la persona, perchè l’accomuna a tutti quelli che prima di lui hanno percorso la stessa strada. A conferma di ciò, l’ATP ha realizzato un video in cui i precedenti n.1 del tennis si rivolgono a Sinner non solo per onorarlo ma per ringraziarlo per quello che fa per il tennis.

I fondamentali mentali per diventare un campione

Gli allenatori degli sport di squadra, pur nelle loro diversità, hanno in comune alcuni pensieri rispetto alle caratteristiche mentali dei loro team.

Desiderio di agire e rischiare – I sogni e gli obiettivi sono importanti, ma senza azioni concrete rimangono vuoti. Avere una visione e intraprendere azioni per raggiungere questi obiettivi ti aiuterà a trovare successo in tutto ciò che fai. Molte squadre non sviluppano mai il proprio potenziale. Questo divario viene colmato quando si perseguono obiettivi attraverso azioni appropriate. Anche i campioni hanno paura ma se distinguono perchè sono disposti a rischiare e a mettersi nella posizione per fare l’azione vincente. Sono disposti a sfidare se stessi, uscire dalla zona di comfort e vedere quanto possono migliorare ogni giorno.

Volere sempre imparare – Di recente, ho letto una storia su John Wooden, secondo cui negli ultimi anni della sua vita quando stava sta perdendo alcune delle sue capacità fisiche e mentali,  diceva: “Mi piace ancora leggere e continuerò a imparare e crescere finché vivrò. Qualunque siano le mie capacità, voglio svegliarmi ogni giorno e dare il massimo. Non posso farlo se non continuo a crescere e imparare.” Impariamo da lui a sfidare noi stessi a crescere. Se non si migliora, si peggiora. Non si rimane mai fermi. I campioni stanno sempre imparando e crescendo.

Accettare la responsabilità – Essere capaci di accettare la responsabilità dei propri errori permette di crescere. Coloro che praticano il “gioco della colpa” non raggiungeranno mai la cima e non diventeranno veri campioni. I campioni non incolpano gli altri – comprendono che tutti commettiamo errori, li accettano umilmente e lavorano per superarli migliorando se stessi.

Vivi nel momento

Karch Kiraly, il più grande giocatore di pallavolo di tutti i tempi, una volta fu chiesto da un fan: “Come ti sei preparato per la medaglia d’oro olimpica?” La risposta di Karch fu bellissima. Disse semplicemente: “Non mi sono preparato per la medaglia d’oro, mi sono sempre preparato per il prossimo punto.” Per diventare un campione in qualsiasi cosa tu stia facendo, devi rimanere nel momento. Una volta ho allenato un atleta a Pepperdine, che era uno dei migliori atleti puri con cui abbia mai lavorato. Non è mai arrivato davvero lontano come atleta. Perché?

Questo giocatore in particolare non riusciva a lasciar andare l’ultima giocata. Commetteva un errore e poi rimaneva bloccato a pensare all’errore (un passaggio sbagliato o un tiro mancato) e questo influiva sulla giocata successiva. Di solito peggiorava man mano che la partita andava avanti. Non riusciva a rimanere nel momento. Porti con te il peso degli errori del passato? Oppure hai imparato a usare quegli errori come opportunità di apprendimento che puoi sfruttare nel presente? Rimanere nel momento ti aiuterà a diventare il campione che è dentro di te.

Di Terry Schroeder – Ex-allenatore nazionale pallanuoto USA

Partendo da questi suggerimenti la ripetizione è essenziale per vivere nel momento e instaurare nuove abitudini. Un aspetto cruciale per il raggiungimento degli obiettivi è includere comportamenti misurabili, attività che si possono svolgere quotidianamente. È utile adottare un semplice sistema di valutazione delle prestazioni per verificare il raggiungimento degli obiettivi giornalieri.

Questi obiettivi giornalieri possono includere attività come bere una quantità specifica d’acqua, fare una breve sessione di yoga o mindfulness ogni giorno, superare i propri limiti quando si è stanchi, o qualsiasi altra abitudine salutare.

La dipendenza da internet cambia le funzioni cerebrali nei bambini

Chang MLY, Lee IO (2024) Functional connectivity changes in the brain of adolescents with internet addiction: A systematic literature review of imaging studies. PLOS Ment Health 1(1): e0000022.

L’uso di Internet ha visto un netto aumento globale negli ultimi decenni, in particolare tra gli adolescenti e i giovani, che sono stati sempre più diagnosticati con dipendenza da Internet (IA).

L’IA influisce su diverse reti neurali che influenzano il comportamento e lo sviluppo di un adolescente. Questo articolo ha condotto una revisione della letteratura sugli studi di risonanza magnetica funzionale (fMRI) a riposo e basati su compiti per esaminare le conseguenze dell’IA sulla connettività funzionale (FC) nel cervello degli adolescenti e i suoi successivi effetti sul loro comportamento e sviluppo. È stata condotta una ricerca sistematica su due database, PubMed e PsycINFO, per selezionare articoli idonei in base ai criteri di inclusione ed esclusione. I criteri di idoneità erano particolarmente rigorosi riguardo alla fascia di età adolescenziale (10-19 anni) e alla diagnosi formale di IA. Sono stati valutati il bias e la qualità dei singoli studi.

I risultati della fMRI di 12 articoli hanno dimostrato che gli effetti dell’IA sono stati osservati in diverse reti neurali: un mix di aumenti/diminuzioni nella FC nella rete di default mode; una diminuzione complessiva della FC nella rete di controllo esecutivo; e nessun chiaro aumento o diminuzione della FC nella rete della salienza e nel percorso della ricompensa.

I cambiamenti della FC hanno portato a comportamenti e tendenze di dipendenza negli adolescenti. I successivi cambiamenti comportamentali sono associati ai meccanismi relativi alle aree del controllo cognitivo, della valutazione della ricompensa, della coordinazione motoria e del cervello in via di sviluppo dell’adolescente. I nostri risultati hanno presentato le alterazioni della FC in numerose regioni cerebrali degli adolescenti con IA, portando a cambiamenti comportamentali e di sviluppo. La ricerca su questo argomento ha avuto una bassa frequenza con campioni di adolescenti ed è stata principalmente prodotta in paesi asiatici. Futuri studi di ricerca che confrontano i risultati con campioni di adolescenti occidentali forniranno maggiori approfondimenti sugli interventi terapeutici.

Sinner ha ridotto l’uso del cellulare, e tu?

Oggi è quasi un dovere parlare di Sinner, diventato il n.1 del tennis mondiale.

Si sono dette molte cose su di lui ma vorrei soffermarmi su un apparente piccolo cambiamento che lui ha dichiarato di avere fatto: “Uso meno il cellulare”.

In questi giorni ho scritto a proposito del cambiamento in negativo che questo ha avuto su una popolazione dell’Amazzonia, Invece, ora prendiamo consapevolezza che il successo di Sinner, composto da mille particolari e anche dovuto a questo piccolo cambiamento.

Allora proviamo a riflettere sull’influenza dello smartphone nella nostra vita quotidiana, non bisogna di certo aspirare a essere un campione per controllarne l’uso e la sua relativa frequenza.

Proviamo a chiederci:

  • Per quanto tempo al giorno lo uso?
  • Quali sono le ragioni per cui lo uso?
  • Lo uso per lavoro o come passatempo?
  • Cosa potrei fare anziché consultare lo smartphone?
  • Da quanto tempo non leggo più un libro?
  • Quando sono con altri continuo a consultarlo?
  • Cosa potrei fare in alternativa al suo uso frequente?

Musk collega l’Amazzonia a internet

Se si volevano conoscere quali avrebbero potuto essere gli effetti dell’uso degli smartphone su una popolazione che non aveva mai utilizzato internet come siete di comunicazione e di nuova vita sociale, Elon Musk ha fatto l’esperimento perfetto, dimostrando che gli effetti negativi che noi stiamo analizzando sui giovani si possono produrre nell’arco di 12 mesi in una popolazione che era completamente al di fuori di questo nostro sistema.

Elon Musk ha deciso di portare la connessione internet nel villaggio remoto dei Marubo, una tribù isolata che vive lungo le sponde del fiume Ituì, rimasta immune alla civilizzazione fino all’arrivo della Rete.

Come spiega “The New York Times”, i Marubo sono in duemila e vivono da sempre nel cuore della foresta amazzonica, lontani dalla civilizzazione. Da settembre 2023 la loro vita è completamente cambiata grazie all’arrivo di internet nel loro villaggio

Tramite Starlink, il servizio di Space X, la sua compagnia spaziale ha lanciato 6mila satelliti collegando così,  zone remote in ogni angolo della Terra: dal Sahara, alle praterie mongole, agli atolli del Pacifico. Un salto nella modernità. Una opportunità per popolazioni ancorate al loro eterno passato.

Dopo nove mesi, due cronisti del New York Times sono andati a trovarli per quali effetti avesse prodotto su una tribù incontaminata. L’esperimento è stato positivo, ma destabilizzante. «Quando è arrivata la rete», ha spiegato ai due cronisti Tsainama Marubo, 73 anni, una delle anziane del villaggio, «tutti erano felici. C’era la novità e tanta curiosità. Da questi schermi si apriva un mondo a noi sconosciuto. Internet offriva molti vantaggi evidenti. Come le chat con i propri cari lontani e la possibilità di chiedere aiuto in caso di emergenza. Ma le cose ora sono peggiorate». Tsainama si guarda attorno e con un gesto della mano indica il villaggio immerso in un silenzio irreale. «Ecco», soggiunge, «sono tutti lì, concentrati sui telefonini. Sono diventati pigri. Non parlano, non lavorano, non si muovono. Sono come imbambolati. Scorrono le immagini, leggono con il traduttore, navigano ore e ore immersi in un coma che spaventa».
Elon Musk ha deciso di portare la connessione a Internet nel remoto villaggio dei Marubo, una tribù isolata che vive lungo le rive del fiume Ituì e che è rimasta i

Real Madrid mindset

Queste frasi ci aiutano a comprendere la mentalità del Real Madrid e il motivo per cui ha vinto la sua quindicesima finale di UEFA Champions League a Wembley contro il Borussia Dortmund.

“Non ci si abitua mai a questo. È stato molto difficile, molto più di quanto pensassimo. Nel primo tempo abbiamo dovuto soffrire; nel secondo tempo abbiamo perso meno la palla, giocato meglio – ma questi sono tutti dettagli insignificanti ora. Abbiamo vinto. Il sogno continua!”

Allenatore del Real Madrid Carlo Ancelotti

“Non so cosa dire, solo una felicità immensa. Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, e nel primo tempo loro sono stati molto superiori ma siamo usciti vivi. Sapevamo che il nostro momento sarebbe arrivato, e così è stato, e abbiamo il quindicesimo (titolo della Champions League per il Real Madrid).”

Dani Carvajal, che ha segnato il primo gol del Real Madrid e vincitore di 6 Champions League

“Ho sempre sognato di giocare queste partite. Nella vita ci sono così tante persone che ti dicono che non puoi fare certe cose. Stavo bene fino a quando ho visto la faccia di mia mamma e di mio papà lì. Mio fratellino è lì e sto cercando di essere un modello per lui. Non riesco a esprimere a parole. La notte più bella della mia vita.”

Jude Bellingham, centrocampista inglese del Real Madrid

“Ancelotti non ci ha parlato nell’intervallo. Di solito ci lascia qualche minuto per riposare e poi parla, ma non questa volta. Niente. Quando siamo usciti, già nel tunnel verso lo spogliatoio, ci ha chiamato e ci ha detto: ‘Scusate, me ne sono dimenticato! Se continuate a dare la palla ai ragazzi in giallo, perderemo’”.

Jude Bellingham, centrocampista inglese del Real Madrid

“Per ora siamo solo delusi, dopo una partita del genere, dopo le occasioni che abbiamo avuto per segnare. È estremamente deludente. Ma alla fine hanno dimostrato la loro classe. Sono orgoglioso di tutta la squadra, abbiamo fatto una grande campagna in Champions League, abbiamo dimostrato che possiamo giocare al più alto livello.”

Portiere del Dortmund Gregor Kobel dopo che il Dortmund ha sprecato tre occasioni di gol nei primi minuti

Sedentarietà e TV nei bambini

Purtroppo, i segnali di quello che potrebbe diventare un futuro stile di vita sono per molti già evidenti nei primi anni di vita.Infatti, nel Regno Unito i bambini di 3-4 anni già trascorrono mediamente 2 ore al giorno davanti alla TV, in US 2,2 ore e in Australia 1,5 ore.

Guardare la TV per i bambini sotto i 5 anni diventa l’attività caratterizzante una vita sedentaria. La famiglia è ovviamente la principale responsabile dell’educazione dei bambini, genitori sedentari trasmettono con più probabilità il loro modo di trascorrere il tempo, così come fanno i genitori che trascorrono molte ore davanti alla TV e, infine, come per ogni altra scelta il contesto sociale ed economico rappresenta un altro fattore che può promuovere o inibire uno specifico stile di vita. E’ comunque possibile intervenire positivamente su queste situazioni, anche se molto diffuse.

A questo riguardo, uno studio trasversale europeo, che ha coinvolto cinque paesi (Belgio, Germania, Grecia, Ungheria e Norvegia) e 3325 coppie bambino/genitore, ha riportato che la presenza di regole su quanto tempo i bambini potevano guardare la TV o usare computer/consolle di gioco è associata a una diminuzione del tempo di schermo dei bambini.

I risultati di un altro studio trasversale hanno mostrato che le azioni genitoriali, delle madri e dei padri, influenzano in modo simile la quantità di tempo di schermo nei bambini di età compresa tra 1,5 e 5 anni. Durante i giorni feriali, l’abitudine a guardare la TV durante i pasti era positivamente associata al tempo di schermo dei bambini, mentre la limitazione del tempo di schermo determinava l’effetto opposto.

Inoltre, incoraggiare l’attività fisica e il gioco attivo a casa riducono il comportamento sedentario collegato all’uso della TV. Questa propositività dei genitori è indispensabile, poiché  i bambini in età prescolare i cui genitori limitano il gioco all’aperto tendono a preferire l’attività sedentaria rispetto all’attività fisica.

Salute mentale e benessere continuano a essere un problema rilevante

L’Association for Applied Sport Psychology ha pubblicato questo blog sul tema della salute mentale e del benessere.

La partecipazione alle attività sportive universitarie può essere un’incredibile opportunità. Diversi studi evidenziano i benefici psicosociali della partecipazione sportiva. La ricerca ha anche dimostrato che l’esercizio fisico e il movimento possono migliorare il funzionamento mentale. Tuttavia, la partecipazione sportiva può anche essere una fonte significativa di stress per gli studenti-atleti universitari. Oltre alle richieste psicosociali derivanti dal perseguimento di una laurea, gli studenti-atleti affrontano ulteriori fonti di stress. Sono state  identificate otto categorie principali di stress specifico per gli atleti: infortuni sportivi, richieste di prestazione, relazione allenatore-atleta, adattamento all’allenamento e burnout, relazioni interpersonali, relazioni familiari e requisiti accademici (ad esempio, per mantenere l’idoneità). La ricerca riconosce l’impatto conseguente sul benessere degli studenti-atleti. Secondo l’NCAA (2023), il 35% delle studentesse-atlete si sente mentalmente esausta, mentre il 44% si sente sopraffatta.

La ricerca ha anche evidenziato preoccupazioni legate all’immagine corporea e ai disturbi alimentari; circa la metà degli studenti-atleti sperimenta problemi legati al sonno  e oltre il 33% degli atleti di élite manifesta sintomi di depressione e ansia. Altre preoccupazioni clinicamente significative includono l’abuso di sostanze e altri comportamenti di dipendenza (ad es., gioco d’azzardo), ADHD e autolesionismo. Considerando lo stress e le richieste di essere uno studente-atleta, la “salute mentale” è identificata come la principale ragione per il trasferimento dalla loro attuale istituzione. Basandosi sulla ricerca e sulle esperienze soggettive degli studenti-atleti, l’importanza dell’auto-cura e del benessere diventa fondamentale. Detto ciò, di seguito alcuni consigli rapidi per migliorare il benessere e il funzionamento psicologico.

Vinci giorni di riposo. Per molti, la “relazione” con lo sport può essere la relazione più lunga a parte quella con i propri genitori. Lo sport è inevitabilmente diventato parte della tua personalità. Sappiamo anche che la cultura sportiva è piena di mantra come “Dai il 110%” e “Se non stai lavorando, qualcun altro lo sta facendo!” Insieme, è facile capire come alcuni atleti possano provare sensi di colpa e vergogna per dedicarsi ad attività di “auto-cura”. Tuttavia, il cervello umano ha bisogno di varietà. Il burnout è inevitabile se passi ogni momento della tua vita ad allenarti per il tuo sport. Ho visto decine di atleti migliorare il loro benessere personale e le loro prestazioni atletiche semplicemente trovando un equilibrio al di fuori del loro sport. Rimarrai stupito di quanto possa essere utile dedicarsi a un hobby “non sportivo”! Oppure cerca intenzionalmente di instaurare relazioni con amici “NARP” (non atleti persone reali) al di fuori della tua squadra. Vinci i giorni di riposo! Trova un hobby e coltiva la tua identità al di fuori del ruolo di “studente-atleta”.

Non trascurare il sonno. La ricerca ha indicato che quasi la metà degli studenti-atleti ha problemi legati al sonno (IOC, 2021). Questo serve come promemoria dell’importanza di dare priorità alle abitudini di sonno sane. I primi segnali di avvertimento che potresti avere un problema di sonno includono sentirti stanco durante il giorno o avere difficoltà a rimanere sveglio, usare caffè e stimolanti per rimanere sveglio in classe, difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, o impegnarsi in comportamenti di “vendetta dell’insonnia” (ad es., scorrere il telefono di notte invece di dormire). Ti suona familiare? In tal caso, concentriamoci sull’aumentare la qualità del tuo sonno praticando abitudini di sonno sane. Abitudini di sonno rigenerante includono mantenere un orario regolare per andare a dormire, limitare la caffeina prima di coricarsi, evitare sonnellini diurni dopo le 14:00, abbassare la temperatura della camera da letto (meno di 68 gradi) e utilizzare il letto solo per dormire e non come posto per fare i compiti, mangiare snack, ecc. (NCAA, n.d.). Per semplificare una lezione di neuropsicologia, quando dormi, il liquido cerebrospinale (CSF) fluisce attraverso il cervello, rimuovendo le tossine che si accumulano durante il giorno. Abbiamo letteralmente bisogno di dormire per funzionare a un livello ottimale. Sappiamo anche che il sonno scarso è stato collegato a un aumento del rischio di infortuni. Cambia il tuo pensiero sul sonno e consideralo come parte del tuo allenamento. Il tuo cervello ha bisogno di sonno per aiutarti a eccellere in classe e sul campo.

Trova e segui i tuoi valori. Nel libro di Viktor Frankl “Alla ricerca di un significato nella vita” (1946), si afferma che le persone hanno una grande capacità di resilienza. Il problema è che le persone devono trovare un significato nello stress e nei fattori di stress. Qualsiasi studente-atleta può testimoniare le molteplici fonti di stress associate alla partecipazione sportiva. È fondamentale capire come i tuoi valori personali siano soddisfatti dalle tue attività atletiche. Chiediti “cosa valuto?” e sii intenzionale nel trovare modi per esprimere quei valori. Ad esempio, se dai valore alle “relazioni” sii consapevole e investi nelle tue relazioni con i tuoi compagni di squadra. Se dai valore alla “crescita personale” concentrati sull’allenamento. Invece di concentrarti sullo stress degli allenamenti alle 6:00 del mattino, vedili come opportunità per crescere e migliorare nel tuo sport. Identifica i tuoi valori e trova modi quotidiani per vivere ed esprimere le cose a cui tieni.

Utilizza il tuo team di supporto. Come diciamo alla Mississippi State, “Siamo meglio insieme!” Uno dei vantaggi di essere uno studente-atleta è che sei circondato da un team di supporto. La maggior parte degli studenti-atleti ha accesso a cure mediche, servizi di nutrizione, allenamento della forza e del condizionamento, clinici della salute mentale e coach di prestazioni mentali, e personale di sviluppo degli studenti-atleti. Sii intenzionale e utilizza le risorse disponibili! Se hai difficoltà a trovare un team di supporto, puoi trovare un Certified Mental Performance Consultant® (CMPC) sul sito web dell’AASP per individuare qualcuno vicino a te.

In sintesi, vinci giorni di riposo (trova un equilibrio nella tua vita e sviluppa un’identità al di fuori dello sport), pratica abitudini sane di sonno e nutrizione, e usa lo sport per trovare ed esprimere i tuoi valori personali. Pratica questi consigli per il benessere e cerca cure personalizzate nel campus dal tuo team di supporto!