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Sei in conflitto con il tuo corpo?

Volere cambiare per sentirsi più belli e più attraenti è un’esigenza legittima  di ogni individuo. Nella vita quotidiana truccarsi o farsi la barba sono attività svolte da centinaia di milioni di persone che testimoniamo del desiderio di prendersi cura di sé. Il non agire in questo determinerebbe al contrario una percezione di se stessi spiacevole. Quindi la ricerca della bellezza consiste nell’intraprendere azioni per piacersi di più, evitando o almeno riducendo in maniera significativa conflitti con il proprio corpo. Qual è il limite oltre il quale l’attenzione verso la propria persona diventa eccessiva se non addirittura patologica? Ecco un breve elenco di cosa non fare:

  1. Non mangiare perché si vuole sembrare una modella
  2. Non assumere farmaci o effettuare cure di qualsiasi genere per ridurre il peso al di fuori del controllo medico
  3. Non fare abuso di farmaci o di sostanze dopanti per migliorare la propria prestanza fisica
  4. Non affidarsi a ciarlatani, individui privi di un titolo di studio adeguato a svolgere l’attività in cui si decretano esperti
  5. Non accordare fiducia alle opinioni di chi dice di avere ottenuto dei risultati eccezionali, verificare sempre queste informazioni con persone competenti
  6. Non ammazzarsi di allenamento fisico solo per “fare un fisico di spiaggia”. Ci si può fare molto male e restare infortunati.
  7. Detestarsi perché si ha un fisico che non è perfetto e non essere consapevoli delle proprie qualità
  8. Non passare da una dieta all’altra, da un istruttore ad un altro, da un medico ad un altro, o da un’idea ad un’altra solo perché non si è contenti dei risultati raggiunti
  9. Non fare ciò che ha fatto il/la migliore amico/amica non è detto che vada per te o che corrisponda alle tue esigenze.
  10. In sintesi, non decidere con la testa d’altri, ascoltali e poi rifletti, parla con professionisti esperti, rifletti ancora e solo alla fine di questo percorso decidi e se non sei convinto: aspetta, prendendoti altro tempo prima decidere.

Le competenze del personal trainer

Il personal trainer è ormai una figura professionale che si è affermata e diffusa nel mondo del fitness e della promozione dello stile di vita attivo. E’ un ruolo diverso dalla figura dell’allenatore e richiede lo sviluppo di competenze specifiche che possono essere così riassunte.

Sociali e di comunicazione -  Avrai a che fare con un’ampia varietà di persone. Scopo: ottenere il massimo da ogni individuo. Usa le tue abilità sociali. Allegro ed estroverso, in modo che i clienti si riscaldino rapidamente. Semplice e preciso, per convincere a seguire sessione

Empatia - Ogni cliente proviene da background diverso, affronta sfide e vive limiti diversi, fisici e mentali, per diventare fisicamente in forma. Connettiti a livello personale con queste sfide ascoltandoli e capisci la loro condizione. Vedi la vita attraverso i loro occhi, capirne gli obiettivi. Mostra un genuino interesse nei loro confronti

Motivazione e leadership - Uno dei compiti principali è fornire ragioni per motivarsi. Devi essere in grado d’insegnare a motivarsi. Importante è la capacità di motivarti ogni giorno e spingerti oltre i tuoi limiti

Pianificazione e organizzazione - Lavori con molti clienti diversi. Serve organizzazione e pianificazione per redigere piani unici, mantenere la consapevolezza degli obiettivi raggiunti e procedere.

Professionalità – Competenza nel proporre un programma di allenamento. La professionalità si evidenzia nel vestire e nel linguaggio. Cordiale e sincero nei rapporti con i clienti, presentati in modo da dimostrare che si pratica ciò che si predica traendone grande beneficio nel corpo e nella mente.

Le 10 regole per sentirsi mentalmente e fisicamente in forma

Spesso sentirsi in forma è vissuto come un dovere, perché ce lo chiedono i nostri amici, il medico o il nostro partner e ci si sente spinti a “fare qualcosa” per non subire più quegli interrogatori sul perché non vogliamo fare niente. Altre volte, invece, sono proprio coloro che vanno già in palestra in modo assiduo che  sviluppano una mentalità centrata sull’idea che per sentirsi bene bisogna fare sempre di più e i risultati si ottengono solo con il dolore e con sedute faticose in cui ci si sfida a raggiungere il proprio limite.

Nessuno di questi due approcci all’attività fisica è di grande aiuto nel promuovere il piacere di svolgere un’attività senza alcun altro scopo che non sia il desiderio di sentirsi in forma fisicamente e mentalmente e lo stare a proprio agio mentre la si svolge producendo degli effetti positivi sul proprio benessere, che sono momentanei ma anche duraturi nel tempo se la si svolge in modo continuativo.

Per motivarci a intraprendere e mantenere questo tipo di percorso è importante sapere cosa raccontiamo a noi stessi, di seguito riporto 10 regole, che rappresentano 10 modi di fare che se acquisiti potrebbero essere di supporto alla scelta e al mantenimento di uno stile di vita fisicamente attivo.

  1. Trova piacere in ciò che fai per sentirti in forma
  2. Costruisci una mente in pace con se stessa
  3. Respira con l’intenzione di sentire il corpo che si muove
  4. Visualizza il tuo benessere
  5. Ascolta il cuore quando è calmo o quando batte veloce pieno di energia
  6. Immagina ciò che fai prima di farlo
  7. Sii il tuo respiro
  8. Senti il tuo corpo flessibile
  9. Percepisci il tuo umore mentre ti eserciti
  10. Ringraziati per ciò che fai per te

 

 

Restare giovani. Che idea stupida

Restare giovani sembra oggi essere il desiderio di molti. Ancora una volta, così come succede nello sport, l’uso di farmaci sembra essere il modo più efficace per soddisfare questo desiderio. Quanto invece sia assolutamente necessario mantenere una mentalità flessibile, aperta alle innovazioni e orientata al cambiamento viene troppo poco sottolineato.

Il corpo deve essere sollecitato in modo efficace ma lo stesso vale per la mente. Altrimenti dominerà solo l’apparenza, “il fisico da spiaggia”, ma la mente sarà totalmente abbandonata. Sappiamo che si deve essere fisicamente attivi ma sappiamo anche che si deve essere mentalmente attivi?

Bisogna sviluppare una cultura sociale che integri questi aspetti, che nella realtà biologica di ogni individuo sono assolutamente la stessa cosa. Non esiste corpo e mente, c’è l’individuo che è composto di diversi sistemi che interagiscono continuamente per favorire l’adattamento e il cambiamento.

Il riscaldamento mentale

Molti atleti non hanno idea di cosa sia il warm-up mentale e pensano che basti riscaldare solo il corpo per essere pronti all’allenamento e alla gara. Il riscaldamento mentale guida la mente verso le attività principali che l’atleta dovrà svolgere durante la seduta di allenamento. Serve ad attivare la relazione fra fisico, mente (processi cognitivi ed emotivi) e motivazione. Quando si attiva solo il fisico il rischio è che non ci si senta motivati a svolgere quell’allenamento oppure che s’inizi senza avere raggiunto il livello di concentrazione necessario per lavorare con efficacia. Inoltre, permette di allenare il senso di responsabilità dell’atleta a mettersi in ogni sessione di allenamento nella condizione psicofisica migliore ed è un modo per dimostrare a se stessi che si vuole essere totalmente coinvolti in quello che si farà in quella giornata. Una domanda che dovrebbero farsi è: “Come faccio a sapere che sono pronto? E se non mi sento pronto come faccio per cambiare immediatamente questo atteggiamento che mi ostacola?”

L’allenamento mentale del Kendo per gli atleti

Le arti marziali orientali rappresentano un ottimo insegnamento per come uniscono in ogni gesto mente e corpo. Nel Kendo è espresso un concetto denominato con la parola Shikai che mette in evidnza quattro ostacoli mentali che devono essere evitati. Il primo è la sorpresa – se vengo sorpreso dal mio avversario vuol dire che non sono pronto a rispondergli -. Un secondo ostacolo è rappresentato dal dubbio – è quando sono indeciso su cosa fare in un determinato momento, l’azione rallenta o non mostra la sufficiente convinzione -. Il terzo ostacolo è la paura – l’avversario diventa un gigante e noi ci sentiamo insicuri e schiacciati dalla sua forza -. Il quarto è la confusione – non sono concentrato sul presente ma sono distratto dai miei pensieri o da quello che sta succedendo, perdo la fluidità dei miei movimenti -. 

Questi stati mentali che ostacolano il combattimento ovvero la prestazione sportiva sono vinti attraverso una condizione psicologica chiamata Heigoshin, che significa essere presenti a se stessi come d’abitudine, mantenendo la mente tranquilla. Questo tipo di allenamento è bene evidenziabile nelle scene del film L’ultimo samurai.

Cosa impariamo da Schumacher

Noi che crediamo nell’infallibilità del corpo e nella forza della mente siamo schiacciati dall’incidente di Schumacher e dalla sua condizione di stare lottando per mantenersi in vita. Non è certo la prima volta che questa nostra convinzione viene messa alla prova, E’ già successo centinaia di volte nel passato ma ogni volta ci convinciamo che non si ripeterà di nuovo e invece puntualmente ecco un nuova vittima. Non c’è niente di così pericoloso come coltivare la propria invincibilità, perchè viene sempre quel giorno in cui si supera quella linea che divide il rischio accettabile da quello inaccettabile e allora è finita.  A un certo punto bisogna esplorare altri ambiti, diversi da quelli del rischio fisico, altrimenti è solo questione di tempo, si deve uscire dal campo in cui il rischio fisico è il motore principale della nostra vita e scegliere un altro ambito di rischio, magari più mentale ma certamente non meno entusiasmante se si accetta questa logica. Bisogna sapere che prima o poi il fisico chiederà il conto e purtroppo può essere molto salato come la vicenda di Schumacher c’insegna.

Marion Bartoli lascia il tennis

A poche settimane dallo storico trionfo di Wimbledon, Marion Bartoli si ritira dal tennis. La 28enne francese lo ha annunciato tra le lacrime, ammettendo di non riuscire più a sopportare il dolore provocato dagli ultimi infortuni. «Il mio corpo sta iniziando a cadere a pezzi, sono riuscita a tenerli insieme passando attraverso il dolore durante Wimbledon», ha spiegato Bartoli al termine del match perso contro la rumena Halep. «Tutti si ricorderanno del mio titolo a Wimbledon. Nessuno di questa ultima mia partita», ha proseguito la francese – chiarendo come sia stata «una decisione difficile da prendere. Ho avuto la possibilità di trasformare il mio più grande sogno in realtà. E mi sono davvero spinta oltre i limiti estremi per farlo accadere. Ora, però – ha aggiunto – non riesco più a farlo».

E’ possibile giocare bene e commettere errori banali

Un lettore mi ha scritto chiedendo un commento:

“su una giocatrice di tennis come Francesca Schiavone che ha molto potenziale e che recentemente in molte partite quando guadagna poi dei punti si mette a fare degli errori da principiante come i doppi errori ed errori diretti ? Come è questo possibile?”

Premesso che non seguo le partite di Francesca Schiavone e quindi non ho un’idea precisa di quanti siano in percentuale questo tipo di errori e di quanto incidano sul risultato, si può fare comunque un ragionamento su questi tipi di errori.

Problemi fisici – Il tennis richiede una forma fisica ottimale altrimenti è difficile mantenere la qualità del gioco. E’ possibile giocare, quindi, bene alcuni game e poi commettere errori anche banali perchè il corpo si “prende una pausa” di recupero.

Problemi di concentrazione – La concentrazione è un altro aspetto la cui presenza deve essere costante durante ogni game ed è influenzata dalla forma fisica. Inoltre,  è influenzata dai pensieri e dagli stati d’animo che sviluppa l’atleta dopo un errore e che di conseguenza interferiscono con l’abilità a rifocalizzarsi sullo scambio successivo.

Problemi di tenacia – Una lunga carriera sportiva logora la tenacia anche dei campioni. Non è facile mantenere un’elevata volontà di riuscire, e di conseguenza cali di motivazione possono manifestarsi e ridurre la tenacia.

 

Prenditi cura del tuo corpo

Ieri ho pubblicato un articolo sull’importanza di condurre una vita sana tramite lo sport. Oggi voglio riportare una frase che ci spinga a riflettere su quanto sia necessario muoversi e condurre uno stile di vita fisicamente attivo.

“Prenditi cura del tuo corpo. E’ l’unico posto che hai per vivere.”

Jim Rohn (Conferenziere e autore)