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Conte dice che l’Inter farà la gara della vita, gli risponde Luis Enrique affermando che alla Roma serve la partita perfetta per battere il Milan. Siamo ormai da tempo entrati nell’era che ha trasformato le partite di calcio in prove estreme, in cui i principali protagonisti drammatizzano la partita per timore o per rassicurarsi che la propria squadra giochi al massimo delle sue possibilità. Il linguaggio sobrio è diventato raro o forse non fa audience.
Ho appena terminato di leggere il libro che racconta della tragedia sul K2 del 2008 in cui perirono molti alpinisti dopo averne raggiunta la cima. E’ una storia di coraggio, morte e sopravvivenza, come sono spesso quelle di montagna, da cui sorge sempre puntuale la solita domanda: perchè questo desiderio di mettersi alla prova in situazioni estreme. La risposta degli alpinisti è anche nota e rieccheggia ogni volta quella che diede Mallory, più di 70 anni fa, quando gli chiesero che cosa lo spingeva sull’Everest e lui disse “Perchè è là.” Scartata la tesi che sostiene che sono dei suicidi, penso che sia una bella sfida per uno psicologo per giunta che si occupa di sport quella di darsi una spiegazione sulla motivazione alla ricerca dell’estremo. L’essere umano ha sempre voluto spingersi oltre e probabilmente l’alpinismo rappresenta una delle ultime opportunità per noi contemporanei di vivere questa sfida. Consiglio la lettura di questo libro: No way down e di visitare il sito per vedere i video del K2, cosìcche chi mai è andato oltre le colline può iniziare a farsi un’idea anche solo visiva di un ambiente estremo: http://www.nowaydownthebook.com
Noi non ci penseremmo mai guardando come gli uomini si comportano, ma l’essere umano ama cooperare. L’impulso a collaborare è maggiore durante le crisi. E’ questa l’evidenza che ci viene fornita dai 33 minatori cileni intrappolati sottoterra in una miniera a 700 metri dal 5 agosto.
Che cosa ci dice questa crisi del comportamento umano?
Ogni stressor conosciuto dall’uomo sta agendo su queste persone (John Fairbank, Duke University): stanno cercando di normalizzare la loro situazione, attraverso routine, struttura e uno scopo.
Normalizzare una situazione anormale è una strategia assolutamente adattativa. La chiave è creare un ordine civile in una circostanza in cui non c’è (Tom Kolditz, West Point). Questo è solo il secondo più potente driver.
Il primo: la rilevanza della morte (mortality salience) quando hai paura per tua vita ci si unisce.
Alcune regole che si sono dati: nessuno mangia sino a quando tutti non sono stati serviti, creata una cappella, pulizia dalle macerie che cadono, lavarsi i denti, farsi la barba…
I giovani più fisicamente resistenti nei mesi potrebbero assumere ruoli di guida che ora sono tenuti da quelli più anziani.
L’assunzione di ruoli è innata nell’uomo.
Aspetto critico è la gestione delle loro aspettative.
Meglio insolenti che battuti.
Da Time, Jeffrey Kluger, Sept 20 2010