A partire dagli anni 2000, lo scopo del lavoro di Smith e Smoll che hanno introdotto venti anni prima un sistema per la valutazione del comportamento dell’allenatore si è orientato allo studio dei sistemi di formazione degli allenatori che si occupano dell’attività giovanile a essere più consapevoli del proprio modo di agire e a migliorare i loro comportamenti.
Il loro approccio si basa su quattro principi a cui dovrebbero ispirarsi tutti gli allenatori:
- Vincere non è tutto e tantomeno è l’unica cosa che conta – I giovani atleti abbandoneranno lo sport se si convincono che vincere è l’unico obiettivo da soddisfare. Vi sono altri scopi ugualmente importanti che lo sport permette di raggiungere e che devono essere compresi dagli atleti.
- Fallire non è sinonimo di perdere – E’ importante che gli atleti non associno che fallire e perdere hanno lo stesso significato.
- Avere successo non è un sinonimo di vincere – Successo o fallimento non dipendono dal risultato di una gara. Vincere e perdere riguardano il risultato di una competizione ma non si riferiscono a successo e fallimento.
- Gli atleti devono imparare che il successo è collegato all’impegno – Deve essere insegnato che non saranno mai dei perdenti se s’impegnano al massimo.
Partendo da questi principi dell’allenamento hanno individuato e attuato un sistema di formazione che ha prodotto risultati estremamente efficaci.