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Il vantaggio di giocare in casa persiste anche in assenza degli spettatori

Wunderlich F, Weigelt M, Rein R, Memmert D (2021) How does spectator presence affect football? Home advantage remains in European top-class football matches played without spectators during the COVID-19 pandemicPLoS ONE 16(3): e0248590.

Siamo abituati a pensare che gli spettatori sono la ragione principale del vantaggio di giocare le partite in casa. Questa ricerca mette in evidenza che l’effetto della mancanza del pubblico dovuto alla pandemia è minore rispetto a quello che ci saremmo aspettati.

Sono state analizzate più di 1.000 partite professionali giocate senza spettatori e più di 35.000 partite con spettatori prima della pandemia in campionati di calcio top di sei paesi – Spagna, Inghilterra, Italia, Germania, Portogallo e Turchia – durante le stagioni dal 2010/11 al 2019/20.
L’assenza di spettatori ha determinato una leggera diminuzione del vantaggio casalingo, misurato dal numero di gol e punti segnati. La differenza non è statisticamente significativa.

Nelle ultime 10 stagioni, con gli spettatori, le squadre in casa hanno vinto il 45%, quelle in trasferta ne hanno vinte il 28% mentre il 27%  sono state pareggiate.
Durante la pandemia, le squadre in casa hanno vinto il 43% delle partite, quelle in trasferta il 32% e i pareggi sono stati il 25%.

Nel complesso, lo studio evidenzia il ruolo di altri fattori dietro il fenomeno del “vantaggio di casa”, come la familiarità di una squadra con la propria struttura, così come la difesa del proprio territorio.

La fatica del viaggio è stata avanzata come spiegazione, ma è stata effettuata un’analisi separata che ha esaminato le differenze nei risultati prima e durante la pandemia tra le squadre amatoriali tedesche, che generalmente giocano all’interno della stessa città, ee è emerso che il vantaggio di casa è paragonabile alle squadre professionistiche che viaggiano molto più lontano.

Mentre le squadre non hanno sofferto molto nei loro risultati complessivi, ci sono state alcuni aspetti che si sono ridotti in modo significativo. Le squadre di casa hanno sperimentato una diminuzione statisticamente significativa nelle misure di dominanza della partita valutata nel numero di tiri. Inoltre, le squadre di casa hanno ricevuto meno sanzioni disciplinari rispetto alle squadre in trasferta.

Esiste il vantaggio casalingo alle olimpiadi?

 

Anno Paese 52 56 60 64 68 71 76 80 84 88 92 96 0 4 Aumn %
56 AUS 22 35 22 18 17 17 5 9 24 14 27 41 58 49 37
60 ITA 21 25 36 27 16 18 13 15 32 14 19 35 34 32 30.55
64 JAP 9 19 18 29 25 29 25 - 32 14 22 14 18 37 37.93
68 MX 1 0 1 1 9 1 2 4 6 2 1 1 6 4 88.88
72 GER - 26 42 50 26 40 39 - 59 40 82 65 56 49 35.00
76 CAN 3 6 1 4 5 5 11 - 44 10 18 22 14 12 54.54
80 RUS 71 98 103 96 91 99 125 195 - 132 112 63 88 92 35.89
84 USA 76 74 71 90 112 94 94 - 174 94 108 101 97 102 45.97 
88 KOR 2 2 0 3 2 1 6 5 19 33 29 27 28 30 42.42
92 SPN 1 0 0 0 0 1 2 6 5 4 22 17 11 19 81.81
96 USA 76 74 71 90 112 94 94 - 174 94 108 101 97 102 -6,93
00 AUS 22 35 22 18 17 17 5 9 24 14 27 41 58 49 29
04 GRE 0 1 1 0 1 2 0 3 2 1 2 8 13 16 18.75
                              M =  40.86

Il Comitato Olimpico Italiano (Coni) si augura  che l’Italia resti fra le prime 10 nazioni nella classifica delle medaglie vinte alle prossime olimpiadi di Londra; a Pechino abbiamo occupato la nona posizione. Colgo questa occasione per fare vedere la tabella del medagliere delle medaglie conquistate dai paesi che hanno organizzato le olimpiadi dal 1954 al 2004, L’ultima colonna a destra riporta la percentuale d’incremento dei podi ottenuti quando l’olimpiade è stata svolta in casa rispetto all’edizione precedente. Si evidenzia un notevole aumentomedio, pari al 40.86%. L’effetto “giocare in casa” è assolutamente bene documentato (con l’unica eccezione degli USA che nel 1996 hanno avuto un decremento, pur restando sempre la nazione con più podi) e certamente giocano un ruolo essenziale i maggiori investimenti economici e le opportunità offerte nella costruzione, formazione e preparazione delle squadre olimpiche.