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La vita eccezionale di Tom Brady

Tom Brady: 43 anni per un giocatore della Nfl sono davvero un’infinità e ha  conquistato il diritto a disputare il decimo Super bowl della sua vita alla sua età, in una squadra nuova che prima di lui aveva ottenuto più delusioni che successi, in un nuovo ambiente dopo vent’anni di vittorie in New England.

Ma come fa?

Filosofia:”L’unica strada è quella davanti. Se non la  percorro, non potrò mai sapere cos’avrei potuto realizzare. Voler fare qualcosa è molto diverso dal farlo. Se mi trovassi ai piedi di una montagna e mi dicessi che potrei arrivare fino in cima, senza poi effettivamente provarci, quale sarebbe il senso di tutto ciò?”

Mindset: “Sto provando a realizzare cose mai realizzate nel mio sport. Per me è tutto molto divertente, in quanto so che sono in grado farle. Quando una squadra ti dà l’opportunità di realizzare cose del genere con loro… se non con loro, con chi allora?”.

Psicologia: “A un certo punto devi gettare anima e corpo in ciò che stai facendo. Devi dire: andiamo, vediamo cosa sono in grado di fare. Voglio mostrare a chiunque cosa sono in grado di fare”.

LeBron James: i proprietari squadre NFL hanno una “mentalità da schiavisti”

In the NFL they got a bunch of old white men owning teams and they got that slave mentality,” James said. “And it’s like, ‘This is my team. You do what the f— I tell y’all to do. Or we get rid of y’all.’ ”

“I’m so appreciative in our league of our commissioner [Adam Silver], … He doesn’t mind us having … a real feeling and to be able to express that. It doesn’t even matter if Adam agrees with what we are saying, he at least wants to hear us out. As long as we are doing it in a very educational, non-violent way, then he’s absolutely okay with it.”

“I am very educated about what I believe in and I’m not doing it in a violent way,” James said. “I’m not knocking on your door saying, ‘Listen, I’m kneeling today and if you don’t kneel with me, I’ll knock you the f– out.’ But you know people go crazy when things are done outside the box. People don’t know how to react.”

Bullismo all’estremo per i Miami Dolphins

Omofobia, razzismo, bullismo questa è la cultura sportiva espressa dalla squadra di football Miami Dolphins. Giocatori che con il comportamento portano alla depressione compagni di squadra colpevoli di giocare come femminucce. L’allenatore John Philbin afferma di non conoscere questo fenomeno che accadeva regolarmente nello spogliatoio della sua squadra, sino a quando non è stato pubblicato il rapporto di 144 pagina voluto da Roger Goodell, il commissario della Lega NFL. E’ una storia di sopraffazione ripetuta e costante nel tempo, che nessuno sino ad ora aveva voluto vedere. Come sempre

Il lato nero del football

Brett Favre, icona del football americano, quarterback dei molti record, primo fra tutti quello delle partite consecutive disputate, ha dimenticato che sua figlia gioca a calcio. “Diavolo, non lo ricordavo, ricordavo gli altri sport che ha fatto ma non questo. Ha ammesso che a 44 anni ha di fronte problemi di memoria “spaventosi” legati a traumi sul campo. “Penso che dopo 20 anni, Dio solo sa il pedaggio.” L’ex-Green Bay Packer Favre non ha un figlio, ma se l’avessi avuto, “Sarei stato molto cauto con lui nel dirgli di giocare a football. “In un certo senso, sono quasi contento che non ho un figlio a causa delle pressioni che avrebbe dovuto affrontare.”  Questi danni cerebrali affliggono anche altri ex-giocatori. Ad esempio,Tony Dorsett, ex stella dei Dallas Cowboys, ha proprio quella malattia: encefalopatia acuta da trauma. Sintomi inequivocabili affliggono Tony  ed altri due ex, Leonard Marshall  (NY Giants) e Joe Delamielleure (Buffalo Bills).

La Nfl ha già pagato recentemente una cifra astronomica per i danni causati a giocatori e le cause non sono finite lì. La questione è semplicemente vitale per il presente/futuro della National football league e del gioco in generale. L’impresa non è semplice, poichè si tratta di rendere sicuro il football senza snaturarlo. Per troppo tempo non si è fatto nulla ma ora la situazione sta esplodendo in tutta la sua drammaticità.

 

Tifosi scontenti mangiano più grassi e zucchero

Essere tifosi di una squadra che vince può rappresentare un vantaggio per la salute. Quindi quest’anno i tifosi della Roma dovrebbero sentirsi più sani e in salute. E’ quanto emerge da due studi condotti su tifosi di calcio nordamericani e francesi che ha evidenziato che se la propria squadra perde il lunedì si mangiano più cibi grassi e più dolci allo scopo di mitigare la frustrazione conseguente al risultato negativo, mentre ciò non avviene in caso di vittoria. Dai dati non emerge cosa succeda ai tifosi della squadre che retrocedono: sono tutti malati di fegato o dopo un certo numero di sconfitte ci si mette l’anima in pace e il lunedì si rinuncia alle lasagne?

Sono i primi studi di questo tipo, in passato si era indagato sulla relazione fra sconfitta e attacchi di cuore, atti criminali, violenza e alcool. Condotti da Yann Cornil e Pierre Chandon, dell’INSEAD Business School di Fontainbleau.