Siamo un paese dove la maggior parte dei ragazzi gioca a calcio, perchè? Se sono 30.000 i calciatori senza lavoro?
Va bene giocare a calcio ma togliamo dalla testa dei genitori che il loro figlio possa diventare un calciatore.
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Siamo un paese dove la maggior parte dei ragazzi gioca a calcio, perchè? Se sono 30.000 i calciatori senza lavoro?
Va bene giocare a calcio ma togliamo dalla testa dei genitori che il loro figlio possa diventare un calciatore.
Il problema dei ragazzi di oggi è che a differenza delle ragazze non sanno esprimere le emozioni e non parlano dei loro problemi. Questa difficoltà è ben espressa in queste parole: “Ho una sorella più piccola che ha 15 anni e i miei genitori danno molta più attenzione ai suoi sentimenti, perchè qaundo una ragazza è triste non ha paura di mostrarlo. E i ragazzi, quando viene il momento di dire qualcosa, non sanno come farlo”. Rosalind Wiseman 10 anni fa aveva scritto un libro sui problemi delle ragazze e ora dopo aver visitato centinaia di scuole medie e superiori, ha scoperto che i genitori non sono i soli ad avere bisogno di una guida anche i ragazzi hanno lo stesso bisogno, in un’epoca in cui le linee tra privato e pubblico sono sfocate e talvolta tra “sì” e “no. «Così ha scritto The Guide: per i ragazzi che si può scaricare gratuitamente come e-book.
Non sorprende che, nei suoi colloqui con gli adolescenti, Wiseman abbia scoperto che uno degli argomenti più popolari riguardava le dinamiche sociali ed etiche dei rapporti interpersonali. Quindi, sulla base di queste conversazioni, ha descritto un modo di procedere con le ragazze che non porti alla distruzione delle amicizie.
Leggi di più: Hook-Ups, Friendships and the New Rules of ‘Dibs’ for Teen Boys | TIME.com http://healthland.time.com/2013/11/21/hook-ups-friendships-and-the-new-rules-of-dibs-for-teen-boys/#ixzz2m8ynp268
Gianni Rivera, presidente del Settore Giovanile e scolastico della FIGC, ha dato il contrordine: ai bambini e ai ragazzi per prima cosa insegniamo la tecnica e favoriamo il divertimento e lo sviluppo della creatività. Ottime notizie dopo un’era passata a curare il fisico o a badare alla tattica. Anche Franco Causio ha detto che nei bambini (6-12 anni) c’è bisogno che giochino, tocchino tante volte il pallone e non siano costretti dagli schemi. Continua Rivera, noi da ragazzi ci organizzavano da soli e spontaneamente si creavano difensori e attaccanti, perchè non si potrebbe fare anche adesso? Insomma nel calcio italiano qualcosa si muove in modo positivo. Finalmente!