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Serenità nell’affrontare le difficoltà della gara

Il lavoro con atleti di discipline sportive molto diverse fra di loro come sono il tiro al piattello, i tuffi, la marcia e la scherma nei giorni che precedono la gara, mi porta a pensare che la serenità personale sia per loro un fattore importante per gareggiare al meglio. La serenità non la considero sinonimo di essere calmi. Consiste, secondo me, nell’essere consapevoli di:

  • possedere le competenze necessarie per gareggiare questa volta al meglio
  • essere pronti ad affrontare le molte difficoltà che la gara propone
  • sapere entrare nella difficoltà e uscirne con successo grazie all’allenamento effettuato
  • avere acquisito l’abilità a vivere solo l’istante presente e non l’immediato futuro
In tal senso la gara deve essere intesa come un susseguirsi di istanti che scorrono in modo continuativo sino al termine della propria prestazione, ma la concentrazione è sempre sul singolo momento, non sul passato e non sul futuro.
Per tutti noi c’è molto da riflettere su questi temi di cui si parla troppo poco, talvolta troppo occupati nell’insegnare solo le tecniche psicologiche per affrontare le gare.

 

 

Camminare e ricercare la serenità

Oggi 1° settembre segna in quache modo la fine dell’estate e l’inizio di un nuovo periodo di attività. Per molti di noi vuole dire continuare a fare una vita sedentaria fatta di spostamenti con mezzi propri o pubblici  e di attività in cui non si spende un briciolo di energia fisica. Che sia negativo per la salute lo sappiamo tutti ma la maggior parte di noi continua a vivere in questa maniera rimandando a un ipotetico domani ogni forma di vita più attiva perchè oggi non ha tempo. Non ci sono almeno in Italia soluzioni a breve a questo stile di vita: le piste ciclabili sono quasi inesistenti così come gli spazi dove camminare sicuri di non essere investiti, molte persone prendono l’automobile per percorsi inferiori al chilometro e i giovani non sono incentivati a camminare, in molte città i mezzi pubblici sono poco frequenti e non in orario e il loro uso non è promosso dai comuni, a scuola si fanno 2 ore la settimana di attività fisica dalla elementare alle superiori. per non parlare delle abitudini alimentari che conducono ad avere sempre più bambini sovrappeso come il 30% degli adulti. Ciò nonostante non si può solo lamentarsi poichè si tratta della nostra vita  e non ne avremo una seconda da vivere. Quindi bisogna fare leva sulla propria motivazione e iniziare a vivere in modo migliore.

Per fare questo si può iniziare da due attività semplici e non costose: camminare 30 minuti tutti i giorni e dedicare 15 minuti al giorno a sviluppare pensieri per noi piacevoli e sereni  (è quello che va sotto il detto – lasciarsi andare a pensieri di pace e serenità -). Prima di dire che non serve a niente e ritornare nel nostro ruolo di vittima dei tempi, diamoci un po’ di tempo per provare, avremo sempre modo di ritornare alle vecchie abitudini.

Federica Pellegrini e la ritrovata serenità

La storia di Federica Pellegrini sta a dimostrare che anche una delle atlete più dotate di talento e più vincenti dello sport mondiale,  ha bisogno a un certo punto della sua carriera di un periodo di recupero dopo anni di lavoro molto intenso. Non si è presa un anno di riposo ma ha ridotto gli impegni agonistici, le ore di allenamento e si dedica a un’altra specialità. L’esempio di Federica Pellegrini vale per tutti e non solo per gli atleti di livello olimpico. C’insegna che il recupero è parte della storia sportiva di ognuno che non ci si può stressare per anni senza avere un periodo in cui si rallenta e si fa dell’altro. Non si può sempre spingere al massimo, perchè questo atteggiamento porta nel lungo periodo all’abbandono e alla perdita della serenità. Bisogna avere voglia di allenarsi, di sacrificarsi e di provare gioia a essere stanchi, quando invece diventa un peso bisogna fermarsi o ridurre l’impegno. Questo è importante anche per gli atleti amatori, che non devono vincere nulla ma che troppo spesso si consumano senza mai prendere un attimo di riposo. Bisogna non dimenticare mai che il recupero fa parte dell’allenamento.

Giochiamo sereni

Montella è un esempio diverso di allenatore quando dice “giochiamo sereni”, rispetto alla drammatizzazione delle partite effettuata da altri allenatori. Si può avere una mentalità vincente e giocare sereni. E’ un invito alla sobrietà vincente, a badare al gioco che si sa fare piuttosto che a combattere. Certamente le pressioni che sopportano le squadre più importanti sono maggiori, però credo che si possa giocare convinti e determinati ma con piacere. Altre prove dovranno confermare che Montella rappresenti una discontinuità nello stile di leadership degli allenatori di calcio, al momento comunque lo è.