Valérie Fourneyron è il ministro francese dello Sport, della Gioventù, dell’Educazione popolare et della Vita associativa e lo scorso dicembre ha presentato ai direttori generali delle Agenzie Regiobali della Salute (ARS), le sue priorità e per mettere lo sport al servizio della politica della salute pubblica sul territorio.
“Il mio percorso come medico dello sport … mi ha condotto da tempo a impegnarmi perché la pratica sportiva si riconosciuta da tutti come uno strumento della salute e un fattore di benessere per ognuno …” E l’ha difesa davanti ai presidenti delle federazione sportive a cui ha espresso le priorità che intende portare avanti per lo sport francese:
- La riduzione dell’ineguaglianza dell’accesso alla pratica sportiva
- Lo sport di alto livello e il sostegno all’eccellenza sportiva
- La promozione della pratica sportiva come fattore di salute pubblica e di benessere per ciascuno
Ha portato il sostegno dei risultati della ricerca scientifica sugli effetti dello sport per tutti. In particolare ha sottolineato come vi sia una riduzione del 20% della probabilità di cancro al colon e al seno e del 30% per le recidive.
Deve farsi strada l’idea di praticare sport piuttosto che assumere medicine, riducendo ad esempio l’ipetensione o l’insulina nei diabetici. “Lo sport gioca un ruolo terapeutico. Questo va detto e ridetto dai medici e dai professionisti della salute”. Per queste ragioni in ottobre ha presentato un programma chiamato “Sport, salute e benessere”.
Ha sottolinato come debba esistere un’altra visione della salute che non sia solo proibire, in cui lo sport diventa sinonimo di prevenzione primaria. “Bisognerà che modifichiamo e sviluppiamo l’offerta dei club e delle associazioni sportive e del tempo libero su tutto il territorio perchè s’indirizzino a tutto il pubblico, compresi coloro che sono più lontani dalla pratica sportiva”.
Nel suo intervento si trovano anche alcune proposte che dovranno essere relaizzate a livello regionale e ha concluso dicento il primo ministro, Francois Hollande, ripete spesso che la crisi non rende certo lo sport meno necessario ma ancora più indispensabile.