I disturbi dell’alimentazione negli atleti possono verificarsi in qualsiasi momento; sia che siamo causati da sfide nella vita dell’atleta, sia che si verifichino durante un periodo di prestazioni di successo. Sebbene vi sia una crescente apertura e supporto per i problemi di salute mentale nello sport d’élite, esistono ancora barriere all’identificazione precoce e al trattamento dei disturbi dell’alimentazione.
La vergogna, lo stigma e la paura di essere discriminati impediscono agli atleti di rivelare un comportamento problematico e di cercare aiuto, mentre la conoscenza limitata dei sintomi e la riluttanza a chiedere specificamente dei problemi alimentari ne inibiscono l’individuazione. È ampiamente accettato che la loro identificazione precoce e la gestione appropriata portino a risultati migliori. I disturbi dell’alimentazione hanno uno dei tassi di mortalità più alti tra tutte le malattie mentali, il che sottolinea l’importanza degli sforzi di prevenzione, della rilevazione tempestiva e del trattamento specializzato.
Tutti nel sistema sportivo hanno un ruolo da svolgere nel riconoscimento e nell’intervento precoce, e chiunque può indirizzare gli atleti a uno specialista.
È importante che tutto il personale coinvolto nello sport sia a conoscenza dei fattori di rischio e dei segnali di allarme che li contraddistinguono. Gli staff tecnici dovrebbe anche a chi rivolgersi per parlare delle loro preoccupazioni a riguardo di un atleta. Alcuni segnali di allarme possono manifestarsi precocemente (cambiamenti comportamentali), mentre altri, come le variazioni di peso, possono verificarsi più tardi nella traiettoria di sviluppo di queste patologie.