Il problema di Higuain è che da un po’ di tempo non segna e la domanda che di certo si sta ponendo riguarda come uscire da questa situazione e andare nuovamente in rete. Espressa in questa maniera, la questione sembra facile: cosa fare per prepararsi a effettuare più tiri in porta efficaci. Se fosse una macchina il problema sarebbe di facile soluzione poiché sarebbe sufficiente modificare alcuni parametri (rapidità, precisione, timing, tipologia di tiro) per ottenere il risultato sperato. Trattandosi invece di un essere umano la difficoltà si lega alle aspettative del giocatore, della squadra e dell’ambiente, alla difficoltà ad accettare che un fuoriclasse possa trovarsi in questa difficoltà, alla tendenza del calciatore a reagire allontanandosi dal gioco o a muoversi in modo impulsivo, al subire l’influenza dei compagni di squadra che invece continuano a segnare.
Sarebbe invece utile, per se stesso e per la squadra, vivere questa momento professionale come un’occasione di miglioramento e non invece come una sorta di sindrome dell’attaccante. Accettare le difficoltà è l’unico modo per superarle. In questo ha ragione Arrigo Sacchi quando sostiene che per vincere non bisogna avere il problema di vincere. Si può parafrasare questo pensiero dicendo che per mettere a segno una rete non bisogna avere l’ossessione di fare goal, perché altrimenti si giocherà sempre sulla difensiva o in modo impulsivo e non si manifesterà un comportamento innovativo ed efficace come invece ci si aspetta da un campione.