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Le 3 chiavi del successo

Una ricerca condotta da McKinsey&Company sui fattori di successo delle donne che ricoprono ruoli manageriali ha evidenziato che alla base del loro successo vi sono caratteristiche quali la resilienza, la grinta e la fiducia. Non deve stupire perché sono queste le caratteristiche di base di chi ha successo in qualsiasi settore, compreso lo sport. Partendo da queste caratteristiche si possono costruire grandi carriere nel business come nello sport o nell’arte. Senza di essere la strada sarà breve

Molti programmi per le donne si sono concentrati sul creare e ampliare le reti. Sono investimenti importanti ma insufficienti. Le aziende dovrebbero anche trasmettere le capacità di cui le donne hanno bisogno per prosperare. Le più importanti sono la resilienza, grinta e la fiducia.

La resilienza è la capacità di recuperare rapidamente dalle difficoltà, una forma di tenacia. Grinta significa volontà, coraggio e forza di carattere. La fiducia è un livello di stima di sé derivante da un apprezzamento delle proprie capacità o qualità. In contesti aziendali, la resilienza permette di rialzarsi dopo aver commesso un errore o di ripartire per una sfida, la grinta ci permette di abbattere i muri ed emergere dalle le sfide, la  fiducia aiuta a vivere le esperienze stimolanti in una condizione di maggiore sicurezza di sé e non insicurezza.

Nelle nostre 2.012 interviste con 250 donne dirigenti di alto livello, è emerso che secondo loro i migliori attributi del loro successo sono stati la resilienza e la grinta, che si è classificata superiore a fattori più evidenti, come ad esempio l’orientamento ai risultati”.

L’attenzione è l’unica cosa che conta nel momento della verità

“Global fitness” significa darsi un vantaggio che conduce al successo

Nel lavoro come nello sport l’arena competitiva è l’ampiezza del mondo. I vantaggi tecnici e tattici stanno rapidamente scomparendo. Bisogna fare meglio in minor tempo e con una pressione sempre maggiore, diventa così critica la capacità di sapersi concentrare, di gestire le emozioni e stabilire rapporti interpersonali vincenti. Questa è la condizione che stiamo affrontando. I nostri sistemi per l’incremento delle prestazioni combinano i risultati delle ricerche psicologiche condotte nello sport e nel mondo del lavoro per dare la spinta vincente. Quando ci serviamo di parole come selezione, team building, coaching e competizione sappiamo di cosa stiamo parlando.

ATTENZIONE

Cos’hanno in comune i manager migliori  con gli atleti di élite e i corpi speciali dell’esercito – l’abilità a prestare attenzione, a non farsi distrarre e a rimanere focalizzati su un compito alla volta. Quale sia il tuo lavoro non potrai fornire prestazioni efficaci se non sei concentrato.

IL QUESTIONARIO: IL TAIS

Cei Consulting ha elaborato la versione italiana del questionario che ha sviluppato Enhancement Performance Systems(EPS).

E’ lo strumento più efficace per valutare le abilità attentive e interpersonali messe in atto dai singoli individui, squadre e aziende per fornire prestazioni sempre migliori.

Diversamente da molti altri programmi, viene impiegato uno strumento basato sulle’analisi delle prestazioni -Test di Stile Attentivo e Interpersonale (TAIS) – per ottenere informazioni utilizzabili in un ampio numero di situazioni, passando dal coaching dei manager alla selezione del personale.

Il TAIS è un questionario di autovalutazione composto da 144 item, riferiti alla prestazione. Il TAIS evidenzia una relazione diretta fra le caratteristiche di personalità, quelle attentive e le prestazioni. Il TAIS è stato costruito per aumentare l’abilità a comprendere, predire e controllare le azioni degli individui fortemente efficaci. E’ l’unico questionario di questo tipo che esiste al mondo.

ECCELLERE:  NON SOLO UNA LUSINGA

Non deve sorprendere che nel mondo del business sia frequentemente utilizzata la metafora dello sport.

Ambedue i contesti richiedono pianificazione strategica, enfatizzano la competizione e richiedono la capacità di fornire prestazioni eccellenti sotto pressione. EPS è stata fondata da un leader della psicologia dell’eccellenza negli Stati Uniti, il Dr. Robert Nideffer.

Il TAIS è stato utilizzato per selezionare e migliorare le prestazioni di alcuni fra gli atleti e le squadre più importanti al mondo. Nello sport è estremamente importante per l’allenatore servirsi di questo programma di miglioramento. Perchè nello sport, diversamente dal mondo del business in cui gli errori vengono magari scoperti dopo anni, la situazione è molto più chiara e tutti sanno cos’è che va e non che non va.

Oggi anche il business richiede  rapidi cambiamenti strategici e velocità nei processi decisionali e la necessità dei manager, quindi, di sapersi attrezzare ad affrontare queste nuove sfide.

Contattataci via email per avere più informazioni: info@ceiconsulting.it

Il business delle scuole calcio

Inchiesta di Repubblica sulle Scuole calcio

“Alla partenza, l’ambizione di tutti è l’azzurro e alimenta il business delle scuole calcio: 7.189 in Italia, numero impressionante se paragonato alle scuole medie (8mila) o elementari (16mila). Le rette annuali variano da 300 a 900 euro e garantiscono ai gestori ricavi a molti zeri. Realtà spesso piccole, che contribuiscono alla formazione e alla crescita dei bimbi. Antonio Piccolo, istruttore della scuola calcio Arci Scampia (tre campi in erba sintetica, 500 iscritti), spiega: “Ai ragazzi meno bravi non bisogna bruciare i sogni, ma neppure alimentare false illusioni. Bisogna insegnare loro che nella vita c’è altro: lo studio, il lavoro, essere cittadini migliori. Hanno come riferimento la tv, i milioni di Balotelli. Giocano perché vogliono arrivare, sono sempre meno quelli che lo fanno per divertirsi. Invece il calcio è bello perché hai degli obiettivi condivisi con un gruppo di compagni, perché dà emozioni anche in Eccellenza, in Promozione, la domenica con gli amici. È legittimo sognare, ma i ragazzi vanno protetti. Prima di tutto da madri e padri, che spesso invece cercano il riscatto della loro vita attraverso i bambini. Poi dai personaggi che s’aggirano per i campi: qui tutti sono agenti Fifa, tutti avvicinano i genitori, tutti fanno i talent scout. In un quartiere come il nostro, abbiamo un dovere in più”.
Le accademie si dividono su tre livelli qualitativi. Il 73% sono centri di base. Per avere lo status di scuola calcio “riconosciuta” servono tecnici qualificati, un medico, strutture adeguate (24% del totale). Più in alto ancora ci sono le scuole calcio “specializzate” (232, il 3%): hanno convenzioni con istituti scolastici e uno psicologo che incontra genitori, istruttori, dirigenti. Spiega il professor Alberto Cei, psicologo dello sport: “La difficoltà maggiore per le società è gestire i genitori. Finché i bambini hanno 8-9 anni, tutto tranquillo. Poi, cresce l’ansia di avere in casa il nuovo Totti e persino i nonni cominciano a lamentarsi. Protestano se il bimbo gioca in una squadra mista, con le bambine, pensano “proprio a me?”. Gli incontri con lo psicologo servono a creare un clima positivo, a elevare la qualità dell’insegnamento”.

I nuovi scandali sul doping in atletica

Impresa e atletica si somigliano: non basta andare più forte degli altri bisogna anche avere un’etica. Gli ultimi casi di doping insegnano, leggilo su http://huff.to/12VdYSC