Vi sono individui che durante la loro vita lasciano segni unici e indelebili; è il caso di Cesare Rubini unico italiano a essere nella Hall of Fame di due diversi sport, la pallacanestro e il nuoto.
Per capire quanto Cesare Rubini sia stato determinante nello sport a livello internazionale non ci sono parole migliori di quelle di questo articolo del Corriere della Sera di Alessandra Farkas:
“Cesare Rubini e’ entrato per sempre nella leggenda del basket a stelle e strisce. Davanti a 1204 persone in smoking e décolleté da sera (che avevano sborsato 100 dollari a testa per applaudirlo) il settantenne allenatore e’ diventato il primo italiano e primo europeo, lunedi’ sera, ad essere immortalato nel prestigiosissimo tempio Usa del basket: la leggendaria “Basketball Hall of Fame”. “E la prima volta che un italiano riceve questo ambitissimo onore . ha detto il presidente Clinton in un tape registrato trasmesso all’ inizio della cerimonia al Civic Center di Springfield, nel Massachussetts. Non potrebbe meritarlo di piu” ha aggiunto. “Oltre a mettere il basket italiano nella mappa internazionale, Rubini ha fatto tantissimo per l’ amicizia sportiva Europa Usa”. Dallo scrosciante applauso suscitato dalle parole del presidente, si e’ capito che il pubblico il “who’ s who” della pallacanestro americana condivideva la scelta”. Ascolta lo speech di Cesare Rubini di quella sera.
Rubini era un guerriero che viveva le partite come battaglie. “Nei minuti decisivi devi essere coraggioso, spregiudicato, la voglia di vincere ti spinge a obbligare i giocatori a battersi anche se non stanno in piedi. Ricordo Riminucci che andava dentro con un’apofisi fratturata. Sardagna che teneva insieme con i cerotti una caviglia quasi rotta … Gamba ha lasciato due ginocchia nella mischia, ma tutti resistevano al dolore, tutti quelli di un certo periodo, poi le cose son cambiate, qualcuno dice per fortuna, ma è lo spirito della battaglia che è venuto a mancare. Non avevo pietà dei miei giocatori, gli allenamenti erano certo più duri di molte partite del campionato. Se un mio giocatore diceva che non poteva farcela cercavo di forzarlo, volevo eroi, lo ammetto e molti lo sono stati … allenare senza conoscere gli uomini, i tuoi e gli avversari, non è possibile”.
Leggete questa storia entusiasmante raccontata da Oscar Eleni e Sergio Mela, Indimenticabile, Sport&Passione.