Archivio per il tag 'comportamenti'

Le abilità più difficili da insegnare ai nostri figli

Le tre abilità psicologiche da insegnare ai nostri figli sino dall’infanzia. Vale anche per insegnanti e allenatori.

  • Sapere aspettare e pensare prima di agire
  • Trattenere e utilizzare le informazioni per risolvere problemi
  • Modificare i comportamenti in funzione dei cambiamenti situazionali e ambientali

Insegnare i comportamenti che esaltano la tecnica

Mi sembra che ai giovani s’insegni bene la tecnica ma si spenda poco tempo nell’insegnargli quali sono i comportamenti migliori per poterla manifestare. Ad esempio, nel tennis un giovane una volta che ha imparato a servire, deve eseguirlo nel modo migliore il maggior numero di volte. A questo punto, spesso al giovane, non viene più dedicata la stessa attenzione perché il gesto tecnico lo ha acquisito. Secondo me invece il giovane pur avendo acquisito questa abilità non è ancora in grado di valorizzarla. Nel migliore dei casi se è scrupoloso, cercherà in qualche di concentrarsi prima di eseguire il gesto e poi servirà. A mio avviso in questo modo il tennista non può sapere se è pronto a servire, mentre più probabilmente lo esegue in modo meccanico. Inoltre in partita questa situazione neutra non si presenterà mai; perché lui servirà sempre dopo uno scambio di gioco e dopo una pausa di qualche decina di secondi. Come tutti sappiamo, quello che si  pensa in quei secondi è importante nel determinare in che modo ci si predispone al servizio. L’efficacia del servizio deriva molto da come il tennista trascorre i secondi che ne precedono l’esecuzione. La domanda è: quanto spesso si allena a predisporsi positivamente al servizio e, solo successivamente, a servire? Si può possedere la tecnica migliore ma se la mente dice No o è distratta, il tennista avrà un problema che non sa come risolvere perché non si è mai allenato a farlo.

La Juventus impari da Aristotele

Aristotele diceva che “Noi siamo ciò che facciamo costantemente. L’eccellenza quindi non è un atto ma una abitudine”. Trasferendo questa affermazione nel mondo terreno del calcio significa ad esempio: che la Roma sta costruendo in queste prime otto partite un’abitudine positiva che è alla base dell’eccellenza. La Juventus, al contrario, avedo subito 10 goal e perso sinora quella combattività che la distingueva dalle altre squadre deve cambiare a ogni costo, perchè ciò che fa sta determinando un’abitudine a reagire in maniera insufficiente. In sostanza le abitudini guidano i nostri comportamenti e il lavoro di Antonio Conte deve essere quello di sradicarli perchè la squadra collettivamente sta imparando a non reagire e non c’è nulla di più negativo.

Le piccole azioni che influenzano la mente in positivo

Iniziare a essere più positivi verso di sè e più convinti di fornire di una prestazione efficace si basa sul cominciare a mostrare aalcuni facili comportamenti che però possono fare passare una prestazione da negativa a positiva.

Queste semplici azioni riguardano:

  1. Dopo un errore fare un respiro profondo e immaginare immediatamente cosa si deve fare in quel momento.
  2. Quando si è troppo preoccupati per la competizione che si deve iniziare, bisogna immaginarsi una prestazione passata positiva e lasciarsi sentire le sensazioni che si hanno mentre si fa questo esercizio.
  3. Durante il riscaldamento bisogna trovare il feeling con l’attrezzo o mezzo sportivo che si usa, (pallone, racchetta, arma, imbarcazione) bisogna sentire che quell’oggetto è proprio il nostro.
  4. Durante il riscaldamento bisogna anche avvertire che il corpo si sta preparando alla gara e trarre piacere da quelle sensazioni che ci dicono che ci stiamo preparando bene.
  5. Bisogna mentalmente immaginarsi se si tratta della corsa di sentire che le gambe girano come mi aspetto che sia o se le sento troppo rigide insisto negli allunghi in modo da sciogliere le tensioni muscolari inutili. In relazione ad altri sport bisogna identificare quali siano gli esercizi che meglio mettono in luce se siamo pronti, e dedicarsi a sentire le sensazioni per noi giuste prima dell’inizio della gara.

Sono solo alcuni esempi concreti di cosa possa fare un atleta per imparare a guidare se stesso a mettersi nella condizione mentale ottimale prima e durante la gara.