Siamo bombardati continuamente da consigli e regole su come fare sport. Riceviamo consigli su come fare attività motoria all’alba, su quanto dobbiamo bere quando fa caldo, sull’abbigliamento migliore per l’inverno piuttosto che per l’estate, su come dare continuità ai nostri allenamenti, su cosa prestare attenzione quando corriamo, sulla musica più adatta in funzione dell’intensità dell’attività e così via all’infinito.
Mi chiedo se questo bisogno indotto e, in parte, anche richiesto dalle persone non sia un modo per rinunciare a decidere in prima persona come fare un’attività e ad affidarsi completamente alle regole proposta da altri.
Se devo consultare un esperto per sapere a che ora è meglio camminare per 30 minuti in estate e quanto devo bere durante il giorno rinuncio di fatto alla mia autonomia come individuo, rinuncio anche a sperimentare cosa è meglio per me e divento una persona che si adegua e che rinuncia a sviluppare una competenza anche attraverso gli errori.
Ora giacche non sia sta parlando di allenamenti da campione olimpico ma di attività piuttosto elementari, questo abbandono della propria autonomia nelle mani di altri la trovo ingiustificabile e poco rispettosa delle proprie capacità.
Gli esperti se ci si vuole allenare in modo continuativo e con dei miglioramenti evidenti e adeguati al tempo che s’intende spendere in quell’attività. Ma ribelliamoci a questa valanga di consigli che quando fa caldo ci dicono di vestirci leggeri e di non uscire nelle pre più calde. Non abdichiamo alla nostra capacità critica di ragionare, altrimenti diventeremo adulti che hanno di babysitter per svolgere la loro vita quotidiana.